Avrei voluto scriver queste righe alcuni giorni fa, ma le luci dei riflettori su Piero Angela erano così abbaglianti che ho preferito restare a meditarle nell’ombra. Parlare di Piero Angela non mi è facile. Son troppo affezionato e legato a lui per riuscire ad essere distaccato, ma ci proverò, cercando di parlare soprattutto della nostra lunga collaborazione.

Con queste parole si apre un lungo post di Bruno Bozzetto sul suo profilo Facebook. Una nota intima e cordiale che racconta, sin dalla sua nascita, la lunghissima e proficua collaborazione professionale tra i due, il rapporto umano che li legava e ciò che di simile nella personalità di ciascuno ha reso possibile la grande sintonia tra di loro, tutto descritto con sincero affetto e consueta padronanza di idee e parole dal grandissimo Bozzetto.

Bruno definisce Piero Angela: maestro. È curioso che, quando noi altri commentiamo i suoi post etichettandolo come tale, ci invita bonariamente a non chiamarlo così. Le grandi qualità di “educazione, signorilità e professionalità” che attribuisce a Piero Angela sono le stesse di cui è dotato lui, unite a una grande umiltà, acume, senso dell’umorismo e ironia, preziose e irrinunciabili qualità necessarie per il suo lavoro.

Bruno Bozzetto, nato nel 1938, ha ereditato dal dna del nonno pittore un’attitudine artistica che lo ha indirizzato verso il disegno sin dalla giovane età, virando poi verso l’animazione e la regia, passando dai cortometraggi ai lungometraggi di animazione e non, dai filmati pubblicitari, grazie ai quali ha potuto finanziare progetti arditi e creativi, a una serie di prestigiose collaborazioni, collezionando un curriculum tale da meritarsi premi, riconoscimenti, una laurea honoris causa, una candidatura all’Oscar nel 1991 con Cavallette e il rispetto e la stima internazionali che ne hanno fatto un rappresentante dell’Italia che ci piace.

Lo seguo già da qualche anno, sin da quando mi accorsi della sua preziosa presenza su Facebook. La mia ammirazione nasce da un lontano passato, da quei dvd gelosamente custoditi e acquistati in epoche remote, che rimandano ad epoche ancora antecedenti: West and Soda, Vip – Mio fratello superuomo, Allegro non troppo. Capolavori di animazione destinata a un pubblico già cresciuto, per via delle tematiche affrontate, per l’analisi impietosa della società e la satira che hanno fatto di Bruno Bozzetto un precursore nella sua arte. E poi il Signor Rossi, il celeberrimo personaggio nato da una cattiva esperienza con una giuria, che rappresenta l’italiano medio con i suoi vizi e virtù all’epoca del boom economico, protagonista, con le sue avventure e disavventure, di tanti cortometraggi e lungometraggi. La piacevole e gioiosa colonna sonora è di Franco Godi, che fa parte di quel mio nutrito immaginario estetico che coccolo attraverso l’amore per gli artisti che hanno interpretato gli anni Sessanta e Settanta in tutte le forme di espressione creativa, rappresentando l’Italia migliore che non c’è più.

Anche di questo abbiamo parlato in una speciale chiacchierata telefonica che, fosse stato per me, avrei protratto ben oltre la pur generosa mezz’ora che mi ha dedicato, durante un suo periodo di vacanza, sempre creativa (credo che lavori incessantemente anche quando riposa), parlando tra noi come fossimo amici da sempre, in un dialogo vero fatto anche di ascolto, il suo, e della mia attenzione reverenziale e amorevole.

Abbiamo parlato dello stato delle cose, dei suoi progetti futuri (diversi film che usciranno a breve), del suo passato artistico (le collaborazioni con gli autori delle colonne sonore delle sue opere, Franco Godi appunto, e Roberto Frattini, descritto come un uomo dal grande senso dell’umorismo), della sua vita privata circondato dall’affetto dei familiari (i figli vivono vicini e lavorano insieme a lui), del grande amore per gli animali e del suo impegno nei confronti dei diritti degli stessi, anche attraverso le vignette che quasi quotidianamente pubblica sul profilo Facebook. Proprio le vignette ha raccontato essere per lui una grande risorsa espressiva, sentendosi libero da qualsiasi vincolo nel crearle e proporle, suscitando numerosissime reazioni e stimolando parecchie riflessioni.

La sensibilità verso gli animali traspare anche dalle belle immagini personali che di tanto in tanto condivide sui social, circondato da quelli che vivono con lui. Alcune tra le mie preferite lo ritraggono nello studio di casa accanto a una scrivania dove, da un lato troneggia un’antica macchina da scrivere, dall’altro compaiono computer portatile e tablet, e al centro lui che riceve e ricambia coccole con Beeelen (con tre volte la vocale e, vi invito a scoprire chi è!). Questo amore viene da lontano. Già in passato si era dedicato agli insetti, creature piccolissime rese protagoniste delle animate Storie del minimondo ed Eroi grandi così, ossia Lilliput 1 e 2, cortometraggi che saranno pure nati pensando ai bambini, come lui stesso mi ha detto, ma risultano incantevoli e divertenti anche per adulti fanciulli come me.

Considero Bozzetto oltre che un grande artista, una persona eccezionale e brillante, dalle smisurate doti umane oltre che professionali, un esponente della vecchia scuola che ha saputo aggiornarsi continuamente e che sa servirsi della tecnologia e delle comodità che essa regala, forte però di un immenso bagaglio di competenze analogiche nel suo campo.

La sua attenzione verso la natura è stata una piacevole scoperta che mi ha permesso di sentirlo più vicino al mio sentire. Ogni volta che Bruno condivide qualcosa o semplicemente commenta (è proprio lui a rispondere, ponendosi sullo stesso piano di chiunque gli scriva) è una sfida, una possibilità, uno stimolo continuo per l’intelligenza. Leggete come chiude il post su Piero Angela: ho trascritto e stampato la sua “lettera testamento”, che ora tengo in bella vista sulla mia scrivania, perché oltre ad essere struggente per la serenità e pacatezza con cui si allontana dalla vita e da tutti noi, contiene alcune profondissime parole che non dovremmo mai dimenticare: “Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra, per questo difficile paese.” E nella parola “difficile” per definire l’Italia trovo tutta la delicatezza, la generosità e la capacità di sintesi di una persona.

Grazie di tutto Piero. Impossibile dimenticarti. Grazie di tutto Bruno, spero di avere la possibilità di incontrarti presto per ringraziarti di persona.

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