“L’integrità fisica della centrale” di Zaporizhzhia, occupata dai russi, “è stata violata”. Lo ha affermato il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, riferendosi alle condizioni in cui si troverebbe l’impianto nucleare dopo l’ispezione avvenuta oggi. Grossi, nel frattempo, ha lasciato la centrale di Zaporizhzhia. “A partire dalle 18 del primo settembre 2022, il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, ha lasciato la centrale nucleare di Zaporizhzhia. La maggior parte dei membri della delegazione ha lasciato la stazione con lui”, ha affermato Ukrinform. Attualmente sono rimasti nell’impianto 5 rappresentanti della missione che stanno scaricando le attrezzature che hanno portato e continueranno a lavorare nello stabilimento. Dopo un iniziale tira e molla con la Russia che chiedeva che la missione durasse solo un giorno, il direttore generale dell’Agenzia Onu è riuscito ad ottenere un prolungamento fino a sabato.

LA GIORNATA – È stata una giornata campale, quella della visita dell’Aiea a Zaporizhzhia, segnata da duri combattimenti fra russi e ucraini. Nonostante questo, i tecnici Onu sono riusciti ad arrivare alla centrale nucleare e ad iniziare l’ispezione dopo un ritardo di quasi tre ore causato dagli scontri che si sono registrati nelle aree che i funzionari dovevano attraversare per giungere al sito. La missione “sarà limitata alla visita di Energodar e della centrale nucleare di Zaporizhzhia”, ha affermato Vladimir Rogov, membro dell’amministrazione regionale locale filorussa, citato da Ria Novosti. Gli esperti internazionali, dunque, non hanno in programma di visitare altre città della regione.

Il sopralluogo era stato fin da subito confermato nonostante l’escalation di fuoco, come aveva tenuto a precisare Grossi: la missione è al corrente dell’“accresciuta attività militare nella zona” – aveva detto questa mattina -, ma che andrà avanti come programmato per raggiungere la centrale nucleare di Zaporizhzia e incontrare il personale.

Nonostante i tecnici siano all’interno della centrale solo da poche ore, avrebbero già raccolto importanti informazioni. Il direttore generale Grossi, infatti, ha precisato che la missione è riuscita a “raccogliere molte informazioni importanti in poche ore di lavoro” presso l’impianto, come riportato da Ria Novosti.

L’integrità della centrale, però, rimane molto precaria, nonostante il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov – che ha dichiarato di aspettarsi “imparzialità” dalla missione – abbia assicurato il proprio impegno a garantire la sicurezza dei tecnici Onu. Il ministro dell’Energia di Kiev Herman Halushchenko, infatti, ha dichiarato alla Cnn che l’Ucraina non è in grado di garantire la sicurezza della missione, affermando che la situazione attorno all’impianto resta “un pasticcio”. Halushchenko ha quindi spiegato di aver detto chiaramente al direttore generale dell’Aiea che la sicurezza era “una loro responsabilità” e Grossi si è dimostrato “convinto nell’assumersi il rischio”.

SCAMBIO DI ACCUSE Le operazioni militari sul territorio, però, sono in corso dalle prime ore dell’alba. La cittadina di Energodar è sotto il fuoco di artiglieria russo dalle 5 ora locale (le 4 in Italia) con elicotteri, cannoni e sistemi missilistici a lancio multiplo: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare del distretto di Nikopol, Yevhen Yevtushenko, citato da Ukrinform.

L’agenzia di stampa russa Interfax ha riferito invece che l’azione militare è stata la risposta alla presenza di una squadra d’assalto ucraina che avrebbe cercato di atterrare nella zona per impedire l’ispezione alla centrale: “Intorno alle 6 di oggi (le 5 in Italia), due gruppi di sabotaggio dell’esercito ucraino per un massimo di 60 persone, a bordo di sette barche, sono sbarcati sulla riva del bacino idrico di Kakhovka, tre chilometri a nord-est della centrale nucleare di Zaporizhzhia, e hanno cercato di prendere il controllo della centrale”, ha dichiarato il ministero della Difesa russo. “Quattro proiettili di artiglieria (ucraini, ndr) sono esplosi a 400 metri dal primo reattore” della centrale nucleare di Zaporizhzhia, si legge ancora nel comunicato della Difesa russa.

La tensione nell’area, dunque, rimane alle stelle. A causa degli scontri, infatti, si è deciso di spegnere il reattore 5: secondo Energoatom il reattore ha smesso di funzionare automaticamente alle 4:57 (le 3:57 in Italia) “dopo un attacco delle truppe russe”, ma il capo dell’amministrazione nominata da Mosca a Zaporizhzhia, Volodymyr Rogov, ha affermato invece che il reattore è stato spento in seguito ai colpi di artiglieria ucraini, come riporta la Tass.

La Russia ha chiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per il 6 settembre sul presunto bombardamento da parte dell’Ucraina sulla centrale. Lo ha detto il vice ambasciatore russo al Palazzo di Vetro, Dmitry Polyanskiy, affermando che la richiesta arriva “alla luce dei continui bombardamenti della centrale da parte dell’Ucraina e dello sconsiderato tentativo del regime di Kiev di far deragliare la visita della missione Aiea”. Mosca ha chiesto che all’incontro intervengano anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e il capo dell’Aiea, Rafael Grossi.

Anche nel resto dell’Ucraina si continua a combattere. Le forze russe hanno lanciato missili Grad contro una scuola, edifici residenziali e infrastrutture nel villaggio di Pechenihy, situato nel distretto di Chuhuiv, nella regione di Kharkiv. Lo ha reso noto su Telegram Oleksandr Husarov, capo del villaggio di Pechenihy, citato dall’agenzia di stampa Ukrinform, aggiungendo che ci sono civili feriti ed è scoppiato un incendio in un condominio.

Nel frattempo, il presidente russo Vladimir Putin è arrivato in visita a Kaliningrad, exclave russa situata tra Polonia, Lituania e mar Baltico. Tra gli appuntamenti in programma, una visita alla scuola militare e un incontro con il governatore. Lo ha riferito la Tass, aggiungendo che il principale argomento in discussione dovrebbe essere il transito delle merci via terra dalle altre regioni russe attraverso il territorio della Lituania, soggetto a limitazioni a causa delle sanzioni Ue contro Mosca. A Kaliningrad, che ospita anche armi nucleari russe, è basato il quartier generale della flotta russa del Mar Baltico.

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