Madame Denueve, a 78 anni, due figli, un marito e decine di partner post separazione (1972) senza mai più risposarsi, di una cosa non può fare a meno: recitare
“Io sexy? Ma quando mai”. Camicione over viola con bandiera ucraina appuntata, pantaloni neri e borsetta griffatissima da “sciura” di Piazza Duomo coordinata con le décolleté beige dal tacco basso, (tutto Roger Vivier): quando Catherine Deneuve incontra la stampa per illustrare le proprie sensazioni nel ritirare il Leone d’Oro alla Carriera del Festival di Venezia il look è pratico. D’altro canto una diva del suo calibro può permettersi tutto. Anche l’assenza, in termini di qualsivoglia opinione su cinema e resto del mondo (bandierina ucraina d’ordinanza sul camicione ma niente commenti “altrimenti si fraintende”). E se in serata, nella Sala Grande del Lido, l’attrice che ha abitato con grazia i set di Bunuel e Truffaut, di Ferreri e Lelouch, di De Oliveira e Ozon, si è presentata con un abito rosso fuoco, è nell’incontro del pomeriggio che è stata fatta scena quasi muta. Consigli a giovani attrici in erba? “Nessuno”.
Difficoltà nell’interpretare film? “Non si conoscono mai prima. Quando si comincia a girare è come quando si va in montagna, non si sa mai quello che incontreremo per strada. Comunque non sono il tipo che guarda mai indietro”. I ricordi da sex symbol? “Non mi sembra di esserlo mai stata. Lo dite perché ero bionda? Se guardate le immagini di allora non mi vedrete mai in pose sexy. Comunque per le attrici è meglio invecchiare in Europa che in America. Lì a 35 anni sei fuori”. L’aspetto cruciale per accettare un film? “La sceneggiatura”. Insomma, madame Denueve, a 78 anni, due figli, un marito e decine di partner post separazione (1972) senza mai più risposarsi, di una cosa non può fare a meno: recitare. La vedremo presto in Funny birds, film ambientato nel New Jersey e soprattutto nei panni di Bernadette Chirac, la moglie dell’ex presidente della repubblica francese nel film La tortue, diretto da Lea Domenach. Le prime foto della Deneuve/Chirac hanno però fatto andare su tutte le furie il figlio dell’ex presidente che sui quotidiani francesi ha criticato la scelta di non essere stato consultato, né lui ne mamma, prima di scrivere e girare il film.