Soddisfazione da parte degli organizzatori de La Notte della Taranta, che quest’anno a Melpignano, in Puglia, ha accolto 200mila persone ad applaudire Marco Mengoni, Elodie, Samuele Bersani, Stromae, Massimo Pericolo, l’orchestra e un corpo di ballo d’eccellenza. Lo show è andato in onda in seconda serata su Rai Uno, raccogliendo 426mila spettatori e l’8% di share. A tessere le redini di tutta la parte musicale il maestro e produttore Dardust che abbiamo incontrato per un bilancio.
Com’è andata la tua prima volta a La Notte della Taranta?
Per me il bilancio è super positivo. È stata un’esperienza molto faticosa, soprattuto impegnativa sotto molti punti di visa a livello: dal canto alla ricerca, la cura di dettaglio, messa in discussione di ogni set. Su alcuni brani abbiamo ricominciato da capo col lavoro perché è stato complesso trovare un certo equilibrio tra tradizione e innovazione. Ho ricevuto tantissimi feedbak che hanno ripagato per il lavoro svolto. Uno dei miei obiettivi è stato quello di dare lustro valore e onore alla manifestazione.
Come hanno affrontato questo nuovo mondo musicale Elodie, Mengoni, Bersani e Massimo Pericolo?
Li ho visti molto impegnati, spaventati e coscienti della responsabilità che avevano di fare bene e di dare onore e valore di questa esperienza. Nessuno ha preso sottogamba l’evento, erano intimoriti ma si sono super impegnati. Anche io avevo vissuto le stesse emozioni all’inizio. Ognuno di loro si è messo alla prova al massimo. Bersani con un brano lontano dal suo repertorio e dalla sua pronuncia così come per Mengoni, Elodie ha portato una performance a 360 gradi con tantissima energia, Massimo Pericolo è rimasto affascinato da questo mondo così diverso da lui. Tutti alla fine sono stati strafelici di aver partecipato e si porteranno questo ricordo con sé per tutta la vita.
Cosa hai assorbito dalla pizzica e dalla tradizione popolare?
La potenza rituale e catartica della pizzica e il fatto che è un mondo musicale che nasce dalla sofferenza, ma adesso diventa un’oasi di energia positiva. Un movimento catartico fortissimo. Il puro ascolto alle orecchie è nullo se non si vive l’evento in toto e nel luogo con la gente che partecipa.
Tornerai il prossimo anno?
Non ci tornerei il prossimo anno perché sono in tour, ma più in là. Tornare per due anni di seguito forse no perché sarebbe come ricominciare con una memoria così recente potrebbe essere rischioso e rischierei di farne una copia con meno potenza. Mi prendo un anno e due di pausa per tornare e ricominciare con un tracciato nuovo su tutto il materiale.