Una battaglia sulla pelle degli europei. Dopo le minacce, la Russia passa ai fatti. Così a poche ore dalla annunciata riapertura del gasdotto Nord Stream 1, poco dopo le parole di Ursula von der Leyen sulla volontà di imporre un tetto ai prezzi del gas in arrivo da Mosca, Gazprom ha stabilito che la pipeline non riaprirà. Almeno per ora. La motivazione del colosso statale russo? Nord Stream dovrà rimanere fermo per un periodo di tempo “indefinito” a causa di una “perdita di petrolio” rintracciata in una turbina, l’unica al momento funzionante, nella stazione di Portovaya, dove inizia il flusso del gas verso la Germania. Un guasto importante, secondo Gazprom.
Ma è di tutt’altro avviso Siemens Energy, che si occupa della manutenzione, secondo cui la perdita non costituisce un motivo tecnico per interrompere il flusso: “Simili perdite normalmente non impediscono il funzionamento della turbina e possono essere sigillate sul posto. È una procedura di routine che rientra nei lavori di manutenzione”, ha scritto in una nota la società. “In passato perdite simili non avevano portato all’interruzione delle operazioni”, sottolinea Siemens aggiungendo che la società “non è stata attualmente incaricata di condurre lavori di manutenzione” e che “abbiamo già detto in passato che esistono altre turbine al compressore di Portovaya” in grado di far funzionare Nord Stream 1. Il gasdotto era stato fermato il 31 agosto, ufficialmente per lavori di manutenzione, e avrebbe dovuto ripartire al massimo sabato. La condotta funzionava già a ritmo ridotto dopo, al 20% del potenziale, dopo che Mosca aveva deciso di ridurre i flussi verso la Germania. L’annuncio della sospensione a tempo indeterminato ha provocato un’immediata flessione dell’euro, scivolato sotto la parità con il dollaro, e una forte reazione dell’Unione Europea.
Oggi gli operatori si erano detti ottimisti sulla riattivazione parziale , tanto che il prezzo del gas sul mercato europeo è sceso fino a quasi 200 euro al megawattora. Le quotazioni sono risalite dopo che la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha affermato: “Sono delle ferma convinzione che è tempo di un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi”. A stretto giro la replica il vice capo del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, che ha spiegato che il gas russo “non ci sarà più” in Europa se l’Ue imporrà il price cap. Sarà come per il petrolio. Semplicemente non ci sarà più gas russo in Europa”. Quindi l’annuncio della mancata riapertura a tempo “indefinito”. Di fronte alla quale l’Ue ha replicato: “Un’altra conferma dell’inaffidabilità”, ha detto il portavoce della Commissione Eric Mamer con riferimento a Gazprom. L’annuncio, ha aggiunto il portavoce, “è anche una prova del cinismo della Russia: preferisce bruciare il suo gas piuttosto che onorare i contratti”.
Di “inaffidabilità” ha parlato anche il governo tedesco, che attraverso il ministero dell’Economia ha fatto sapere di aver “portato avanti le misure di rafforzamento dell’indipendenza dalle importazioni dei energia russa in modo coerente e impassibile”, così “adesso siamo sostanzialmente meglio attrezzati di quanto lo fossimo ancora alcuni mesi fa”. Mentre il ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha tuonato: “Il ricatto russo è chiaro a tutti. La Russia non può sospendere così rapidamente le forniture perché non ha altri gasdotti dove mettere questo gas e venderlo altrove. È una partita di poker”. E ha quindi avvisato che senza i rigassificatori installati all’inizio del 2023“per usufruire delle nuove forniture” africane “potremo avere dei problemi”.
Uno scenario già anticipato da Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia: “Se la Russia chiudesse oggi il rubinetto del gas, con le scorte all’83%, all’inizio di gennaio saremmo costretti a razionare i consumi. Ma sarebbe meglio cominciare anche prima, per non dover tagliare pesantemente nei mesi più freddi”. Durante l’inverno, aveva sottolineato, “non avremo ancora i due nuovi rigassificatori di Piombino e Ravenna, se va bene arriveranno a maggio. Abbiamo aumentato le importazioni extra-Russia, circa 17 miliardi di metri cubi in più, ma non bastano a sostituire quei 29 miliardi che compravamo da Mosca”.
Nel pomeriggio i ministri delle finanze del G7 hanno approvato il piano che prevede di fissare un tetto al prezzo del petrolio che proviene dalla Russia. In sostanza a chi compra greggio russo verrebbero assicurati servizi come l’assicurazione dei carichi e le transazioni bancarie purché nel rispetto del prezzo calmierato. Le soglie dovrebbero essere due, una per il petrolio greggio e una per i prodotti raffinati. Il comunicato finale è però piuttosto vago, in particolare non c’è alcun riferimento a Cina ed India che negli ultimi mesi hanno aumentato molto le importazioni di petrolio russo, in alcuni casi per rivendere poi ai paesi europei i prodotti ottenuti dalla raffinazione. “Sul tetto al prezzo del petrolio, vogliamo costruire una coalizione ampia, oltre il G7, vogliamo convincere tutti i paesi dell’Ue e anche oltre”, ha detto il ministro delle finanze tedesco, Christian Lindner. Importante “è che si raggiungano buoni risultati velocemente. I G7 vogliono il tetto al prezzo del petrolio”. Mosca ha comunque già fatto sapere, tramite il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che “Se i paesi ostili metteranno un tetto ai prezzi sulle risorse energetiche russe, Mosca fornirà petrolio solo ai paesi che si adeguano alle condizioni del mercato”.
L’appoggio del G7 al ‘price cap’ “è un passo importante verso due obiettivi: negare i ricavi della Russia per finanziare la brutale guerra di Putin contro L’Ucraina e far pressione al ribasso sui prezzi globali dell’energia”, ha detto il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni. Il G7 lavorerà per “un’ampia coalizione globale per finalizzare la progettazione e il livello del tetto di prezzo e attuarlo congiuntamente, per massimizzarne l’efficacia”, aggiunge. “La Commissione farà pienamente la propria parte lavorando per raggiungere l’unanimità tra i nostri 27 Stati membri per attuare questa misura nell’Ue”.
Economia & Lobby
Nord Stream chiuso “a tempo indefinito” da Gazprom per un “guasto”. Siemens smentisce: “Può lavorare”. Ue: “Inaffidabilità di Mosca”
Lo stop viene annunciato nel giorno in cui i paesi del G7 approvano il piano per introdurre un tetto al prezzo del petrolio russo. E Von der Leyen: "Ue metta tetto al prezzo del gas russo". La società che solitamente si occupa della manutenzione della pipeline: "La perdita non costituisce un motivo tecnico per interrompere il flusso". Cingolani: "Un ricatto. Senza rigassificatori, problemi nel 2023". L'euro sotto la parità col dollaro
Una battaglia sulla pelle degli europei. Dopo le minacce, la Russia passa ai fatti. Così a poche ore dalla annunciata riapertura del gasdotto Nord Stream 1, poco dopo le parole di Ursula von der Leyen sulla volontà di imporre un tetto ai prezzi del gas in arrivo da Mosca, Gazprom ha stabilito che la pipeline non riaprirà. Almeno per ora. La motivazione del colosso statale russo? Nord Stream dovrà rimanere fermo per un periodo di tempo “indefinito” a causa di una “perdita di petrolio” rintracciata in una turbina, l’unica al momento funzionante, nella stazione di Portovaya, dove inizia il flusso del gas verso la Germania. Un guasto importante, secondo Gazprom.
Ma è di tutt’altro avviso Siemens Energy, che si occupa della manutenzione, secondo cui la perdita non costituisce un motivo tecnico per interrompere il flusso: “Simili perdite normalmente non impediscono il funzionamento della turbina e possono essere sigillate sul posto. È una procedura di routine che rientra nei lavori di manutenzione”, ha scritto in una nota la società. “In passato perdite simili non avevano portato all’interruzione delle operazioni”, sottolinea Siemens aggiungendo che la società “non è stata attualmente incaricata di condurre lavori di manutenzione” e che “abbiamo già detto in passato che esistono altre turbine al compressore di Portovaya” in grado di far funzionare Nord Stream 1. Il gasdotto era stato fermato il 31 agosto, ufficialmente per lavori di manutenzione, e avrebbe dovuto ripartire al massimo sabato. La condotta funzionava già a ritmo ridotto dopo, al 20% del potenziale, dopo che Mosca aveva deciso di ridurre i flussi verso la Germania. L’annuncio della sospensione a tempo indeterminato ha provocato un’immediata flessione dell’euro, scivolato sotto la parità con il dollaro, e una forte reazione dell’Unione Europea.
Oggi gli operatori si erano detti ottimisti sulla riattivazione parziale , tanto che il prezzo del gas sul mercato europeo è sceso fino a quasi 200 euro al megawattora. Le quotazioni sono risalite dopo che la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha affermato: “Sono delle ferma convinzione che è tempo di un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi”. A stretto giro la replica il vice capo del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, che ha spiegato che il gas russo “non ci sarà più” in Europa se l’Ue imporrà il price cap. Sarà come per il petrolio. Semplicemente non ci sarà più gas russo in Europa”. Quindi l’annuncio della mancata riapertura a tempo “indefinito”. Di fronte alla quale l’Ue ha replicato: “Un’altra conferma dell’inaffidabilità”, ha detto il portavoce della Commissione Eric Mamer con riferimento a Gazprom. L’annuncio, ha aggiunto il portavoce, “è anche una prova del cinismo della Russia: preferisce bruciare il suo gas piuttosto che onorare i contratti”.
Di “inaffidabilità” ha parlato anche il governo tedesco, che attraverso il ministero dell’Economia ha fatto sapere di aver “portato avanti le misure di rafforzamento dell’indipendenza dalle importazioni dei energia russa in modo coerente e impassibile”, così “adesso siamo sostanzialmente meglio attrezzati di quanto lo fossimo ancora alcuni mesi fa”. Mentre il ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha tuonato: “Il ricatto russo è chiaro a tutti. La Russia non può sospendere così rapidamente le forniture perché non ha altri gasdotti dove mettere questo gas e venderlo altrove. È una partita di poker”. E ha quindi avvisato che senza i rigassificatori installati all’inizio del 2023“per usufruire delle nuove forniture” africane “potremo avere dei problemi”.
Uno scenario già anticipato da Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia: “Se la Russia chiudesse oggi il rubinetto del gas, con le scorte all’83%, all’inizio di gennaio saremmo costretti a razionare i consumi. Ma sarebbe meglio cominciare anche prima, per non dover tagliare pesantemente nei mesi più freddi”. Durante l’inverno, aveva sottolineato, “non avremo ancora i due nuovi rigassificatori di Piombino e Ravenna, se va bene arriveranno a maggio. Abbiamo aumentato le importazioni extra-Russia, circa 17 miliardi di metri cubi in più, ma non bastano a sostituire quei 29 miliardi che compravamo da Mosca”.
Nel pomeriggio i ministri delle finanze del G7 hanno approvato il piano che prevede di fissare un tetto al prezzo del petrolio che proviene dalla Russia. In sostanza a chi compra greggio russo verrebbero assicurati servizi come l’assicurazione dei carichi e le transazioni bancarie purché nel rispetto del prezzo calmierato. Le soglie dovrebbero essere due, una per il petrolio greggio e una per i prodotti raffinati. Il comunicato finale è però piuttosto vago, in particolare non c’è alcun riferimento a Cina ed India che negli ultimi mesi hanno aumentato molto le importazioni di petrolio russo, in alcuni casi per rivendere poi ai paesi europei i prodotti ottenuti dalla raffinazione. “Sul tetto al prezzo del petrolio, vogliamo costruire una coalizione ampia, oltre il G7, vogliamo convincere tutti i paesi dell’Ue e anche oltre”, ha detto il ministro delle finanze tedesco, Christian Lindner. Importante “è che si raggiungano buoni risultati velocemente. I G7 vogliono il tetto al prezzo del petrolio”. Mosca ha comunque già fatto sapere, tramite il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che “Se i paesi ostili metteranno un tetto ai prezzi sulle risorse energetiche russe, Mosca fornirà petrolio solo ai paesi che si adeguano alle condizioni del mercato”.
L’appoggio del G7 al ‘price cap’ “è un passo importante verso due obiettivi: negare i ricavi della Russia per finanziare la brutale guerra di Putin contro L’Ucraina e far pressione al ribasso sui prezzi globali dell’energia”, ha detto il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni. Il G7 lavorerà per “un’ampia coalizione globale per finalizzare la progettazione e il livello del tetto di prezzo e attuarlo congiuntamente, per massimizzarne l’efficacia”, aggiunge. “La Commissione farà pienamente la propria parte lavorando per raggiungere l’unanimità tra i nostri 27 Stati membri per attuare questa misura nell’Ue”.
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Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Fulco Pratesi ha saputo non solo denunciare i mali che affliggono l'ambiente ma ha saputo esercitare una grande funzione pedagogica di informazione e formazione sui temi ambientali. Personalmente ricordo il grande contributo di consigli e di indicazioni durante il periodo in cui sono stato ministro dell'Ambiente e in particolare per l'azione che condussi per la costituzione dei Parchi nazionali e per portare la superficie protetta del paese ad un livello più europeo. Ci mancherà molto". Lo afferma Valdo Spini, già ministro dell'Ambiente nei Governi Ciampi e Amato uno.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Le immagini che arrivano dalla città di Messina, dove si sono verificati scontri tra Forze dell'Ordine e manifestanti nel corso di una manifestazione no ponte, mi feriscono come messinese e come rappresentante delle istituzioni. Esprimo tutta la mia solidarietà alle Forze dell'Ordine e all'agente ferito, cui auguro una pronta guarigione, e condanno fermamente quanto accaduto. Esprimere il proprio dissenso non autorizza a trasformare una manifestazione in un esercizio di brutalità”. Lo afferma la senatrice di Fratelli d'Italia Ella Bucalo.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - “Inaccettabile quanto accaduto oggi a Messina in occasione del corteo contro la costruzione del Ponte sullo Stretto. Insulti, intolleranza, muri del centro imbrattati con scritte indegne, violenze contro le Forze dell’Ordine. È assurdo manifestare con simili metodi, coinvolgendo personaggi che nulla possono avere a che fare con il normale confronto democratico. Ferma condanna per quanto accaduto, e solidarietà alle Forze dell’Ordine che hanno gestito con grande professionalità i momenti più tesi della giornata”. Così Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Siamo orgogliosi della nostra Marina militare italiana che, con il Vespucci, ha portato nel mondo le eccellenze e i valori del nostro Paese. Bentornati a casa: la vostra impresa, che ho avuto la fortuna di poter vivere personalmente nella tappa di Tokyo, è motivo di vanto per ogni italiano. Grazie!” Così il capogruppo della Lega in commissione Difesa alla Camera Eugenio Zoffili.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Di fronte a quanto sta avvenendo nel mondo, agli stravolgimenti geopolitici e all’aggressione subita ieri alla Casa Bianca dal presidente ucraino, troviamo gravi e fuori luogo le considerazioni dei capigruppo di Fdi. Non è una questione di contabilità ma di rispetto verso il Parlamento. E in ogni caso la premier Meloni è venuta a riferire in Parlamento solo prima dei Consigli europei, come hanno fatto tutti gli altri suoi predecessori, perché era un suo dovere. E da oltre un anno e mezzo non risponde alle domande libere di un Premier time in Aula. Oggi siamo di fronte ad una gravissima crisi internazionale e alla vigilia di un Consiglio europeo che dovrà prendere decisioni importanti per l’Ucraina e per l’Europa. Dovrebbe essere la stessa Giorgia Meloni a sentire l’urgenza di venire in Aula per dire al Paese, in Parlamento, non con un video sui social, da che parte sta il Governo italiano e quale contributo vuole dare, in sede europea, per trovare una soluzione". Lo affermano i capigruppo del Pd al Senato, alla Camera e al Parlamento europeo Francesco Boccia, Chiara Braga e Nicola Zingaretti.
"Per questo -aggiungono- ribadiamo la nostra richiesta: è urgente e necessario che la presidente del Consiglio venga in Aula prima del Consiglio europeo del 6 marzo. Non si tratta di una concessione al Parlamento, che merita maggior rispetto da parte degli esponenti di Fdi e di Giorgia Meloni che continua a sottrarsi al confronto”.
(Adnkronos) - "La scomparsa di Fulco mi addolora profondamente. Con lui ho condiviso anni di passione e impegno per la tutela dell’ambiente: io come presidente del Wwf Italia dal 1992 al 1998 (e membro del Board internazionale con il principe Filippo), lui come figura guida e poi presidente onorario dell’associazione, dopo la breve parentesi politica che lo aveva tenuto lontano. Fulco è stato un punto di riferimento per tutti noi che ci siamo dedicati alla salvaguardia della natura. Le sue idee, la sua capacità di coinvolgere e di trasmettere amore per la biodiversità resteranno un esempio prezioso". Lo afferma Grazia Francescato, già presidente dei Verdi e del Wwf Italia, ricordando Fulco Pratesi.
"Insieme -ricorda- abbiamo sognato e lavorato per un mondo più giusto e sostenibile, dividendoci persino la stessa scrivania pur di coordinare al meglio le nostre iniziative. In questo momento di grande tristezza voglio ricordarlo come un uomo coerente e generoso, che non ha mai smesso di credere nella forza delle idee e nell’importanza di agire in difesa del nostro pianeta. Ai suoi familiari e a tutti coloro che gli hanno voluto bene va il mio sentito cordoglio. Fulco resterà sempre nel mio cuore e in quello di tutti coloro che l’hanno conosciuto e hanno collaborato con lui. Il suo insegnamento e la sua dedizione alla natura continueranno a ispirare il nostro lavoro e le prossime generazioni".
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Vicinanza e solidarietà da parte di Fratelli d’Italia alle forze dell’ordine che anche oggi sono state bersaglio di violenze ingiustificate da parte dei soliti professionisti della violenza ormai sempre più coccolati dalla sinistra locale, che questa volta hanno cercato di colpire la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'Università bolognese alla presenza del ministro Bernini e al rettore, a cui va la nostra vicinanza”. Così Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.