Il prefetto di Napoli Claudio Palomba ha firmato in tutto 5 provvedimenti antimafia nei confronti di altrettante società e agenzie di Pomigliano d’Arco e Casalnuovo operanti nel settore dei servizi funebri. I provvedimenti sono stati assunti sulla base degli accertamenti condotti dall’Arma dei Carabinieri e dell’attività del Gruppo ispettivo antimafia istituito presso la Prefettura di Napoli. Gli abitanti di Pomigliano – oltre 40mila – sono rimasti senza servizio e sono costretti a rivolgersi ai comuni limitrofi in caso di lutto. Palomba nei provvedimenti ha evidenziato “l’interesse del clan Foria nel settore delle onoranze funebri”. Un’interesse che secondo gli inquirenti “emerge già dal 1986”, quando fu costituita dagli stessi esponenti del clan una società – poi raggiunta da interdittiva nel 2008 – e ricostituitasi con altri nomi negli anni a seguire.

“L’applicazione dei nostri protocolli di legalità ci ha consentito di agire tempestivamente sulla vicenda”, ha commentato il sindaco di Casalnuovo, Massimo Pelliccia. Nessun commento, invece, da parte del sindaco di Pomigliano d’Arco, Gianluca Del Mastro, che preferisce aspettare l’evolversi delle indagini. A Pomigliano si alza invece la voce del comandante della polizia municipale, Luigi Maiello, che già negli anni scorsi aveva iniziato indagini sulle ditte di onoranze funebri. Maiello ieri ha anche provveduto al sequestro di una delle quattro ditte raggiunte da interdittiva, che continuava ad operare nonostante il provvedimento ostativo. “Quanto emerge – ha detto Maiello – è la dimostrazione che lo storico clan richiamato nei provvedimenti del Prefetto, sebbene abbia cambiato vesti, è ancora egemone sui nostri territori, così come avevamo più volte segnalato con forza in questi anni”. A chi già in questi giorni ha dovuto affrontare un lutto, non resta che rivolgersi altrove: ma c’è già chi propone la pubblicazione di elenchi di ditte ‘pulite’ nella provincia di Napoli, per evitare che il business delle esequie finisca per arricchire le casse della camorra.

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