Secondo gli analisti bisogna prepararsi a un inverno senza forniture. Ma il commissario agli Affari economici rivendica che si sta studiando un tetto al prezzo: arriverebbe fuori tempo massimo. Intanto il politico belga attacca von der Leyen: "Il Consiglio le ha chiesto più volte di fare proposte per limitare l'impennata dei prezzi"
Grande è la confusione sotto il cielo dell’Unione europea dopo che Gazprom ha annunciato lo stop per un tempo indefinito delle forniture di gas all’Unione europea (e in attesa di capire se e quanto metano arriverà via Ucraina). Il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni da Cernobbio rivendica quanto fatto finora dalla Commissione e festeggia la “svolta” rappresentata dalle aperture a un tetto al prezzo, che però è ancora tutto da discutere – i ministri dell’Energia ne parleranno il 9 settembre – e arriverebbe comunque fuori tempo massimo, ora che i flussi sono bloccati. Intanto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel attacca l’esecutivo Ue guidato da Ursula von der Leyen, colpevole a suo dire di non essere intervenuta per tempo contro i rincari. Ormai è tardi: Simone Tagliapietra, senior fellow del think tank Bruegel, spiega al Financial Times che ora lo scenario di un inverno con “zero gas russo” deve essere considerato quello più probabile. “C’è un solo modo per prepararsi: ridurre la domanda di gas e elettricità. Questa deve essere la priorità politica chiave dell’Europa”.
“Al Consiglio europeo della crisi energetica discutiamo da ottobre”, dice in un’intervista a La Stampa e altri quotidiani europei il politico belga protagonista l’anno scorso dell’imbarazzante “sofagate” (durante una visita ufficiale in Turchia rimase seduto accanto al presidente Erdogan mentre von der Leyen si ritrovava costretta a sedersi sul divano perché per lei non era stato previsto un posto). “Diverse volte abbiamo invitato la Commissione a presentare proposte concrete“. Quindi l’esecutivo Ue è in ritardo? “Per quanto riguarda i prezzi, sì. Il Consiglio le ha chiesto più volte di fare proposte per limitare l’impennata dei prezzi. È vero che il dibattito tra i leader è stato difficile e che non tutti hanno la stessa opinione sul price cap o sul mercato elettrico, ma proprio per questo avevamo chiesto un piano per tenere in considerazione i diversi punti di vista. Di fronte ai cittadini che pagano l’elettricità a questi livelli, come possiamo giustificare che le grandi compagnie energetiche stanno facendo extra-profitti?”. “Per l’Ue è una questione di credibilità“, rincara Michel. “Un dibattito ideologico sugli strumenti non è sufficiente, la Commissione deve presentare proposte con urgenza: non possiamo permetterci il lusso di attendere settimane o mesi. Ci servono le proposte, ora!”.
Le proposte ci sono, risponde a distanza Gentiloni dal forum degli imprenditori: “La Commissione ha fatto molto in questi mesi, ha lavorato per rendere obbligatori i livelli di stoccaggio che adesso hanno superato l’80% in Europa, ha lavorato con la raccomandazione di ridurre del 15% l’utilizzo dell’energia ma oggi è possibile fare di più perché il muro di divisioni che ha bloccato l’azione della Commissione in questi mesi mostra molte brecce, molte aperture e credo sia significativo che la presidente della Commissione e il G7 economico abbiano preso in parallelo delle decisioni politiche che adesso andranno attuate in modo legislativo e operativo per un tetto al prezzo del Gas, per un price cap per il petrolio“.
Basterà? Il presidente del Consiglio Ue prefigura un autunno difficile: “Ci sono pessimi ingredienti e sappiamo il cocktail che potrebbe uscire. Problemi nelle catene di approvvigionamento, inflazione, aumento delle bollette. Per questo dobbiamo imparare la lezione dalla crisi del Covid. Agendo insieme abbiamo comprato i vaccini e sul fronte economico abbiamo creato Sure e il Recovery Fund. Dobbiamo essere pronti e posso assicurare che il Consiglio europeo si assumerà le sue responsabilità. Ce la faremo”.
Tra gli strumenti da utilizzare Michel cita sia il famigerato Mes – “Il semplice fatto che esista lo rende uno strumento potente perché è un segnale ai mercati. Anche se inutilizzato, è utile” – sia il Sure, il programma Ue che ha concesso ai Paesi membri prestiti con cui finanziare gli schemi nazionali di sostegno all’occupazione. Il premier italiano Mario Draghi ne ha chiesto una riedizione per affrontare la nuova emergenza. Ma su questo Michel non si sbilancia: “Non sto propugnando una soluzione, vedremo cosa ci servirà. A ottobre affronteremo la questione dell’energia, ma avremo anche uno scambio di vedute sul coordinamento delle politiche economiche perché in tutti i Paesi abbiamo le stesse difficoltà. Da un lato la necessità di investire sulla trasformazione dei nostri modelli economici e dall’altro fare il possibile per tenere i debiti sotto controllo”.
Riguardo al fatto che è difficile essere credibili e dare un’immagine di unità se un Paese come l’Ungheria compra gas russo mentre Mosca taglia le forniture agli altri, Michel ribatte che “da tempo la Russia cerca sistematicamente di seminare zizzania e di minare l’unità europea: siamo abituati. Dobbiamo essere fermi e impegnarci per mantenere questa unità, che è la nostra forza. Divisi siamo deboli, uniti siamo forti. Ma per essere forti bisogna anche agire rapidamente”.