Gli ammuffiti cervelli dei politici del vecchio regime partoriscono idee ridicole e dannose. Renzi ripropone il nucleare pur di non limitare l’odiosa libertà di pochi parassiti privilegiati di inquinare i cieli coi propri jet privati. Evidentemente conta di comprarsene uno colle generose mancette elargitegli dall’autocrate saudita che col suo plauso viviseziona i dissidenti e condanna le femministe all’ergastolo. Giorgia Meloni rilancia l’idea impraticabile e illegale del blocco navale pur di porre un argine alla fuga di massa dei diseredati dal mondo che abbiamo reso inabitabile colla guerra, lo sfruttamento selvaggio delle risorse e la devastazione ambientale, tutti fenomeni derivanti dalla dominazione del capitalismo occidentale sul pianeta. Un’idea talmente bislacca da suscitare la presa di distanza perfino di Salvini.
Tutti costoro, con in testa l’impagabile citrullo che dirige ancora per poco il Pd, evocano lo spettro di Putin per screditare gli avversari, impresa del tutto patetica, dato che fanno a gara tra di loro per sfoggiare il più assoluto e penoso servilismo nei confronti di Nato e Stati Uniti. Tutti quanti, del pari, con in testa i sedicenti competenti Draghi e Cingolani, sono arrivati con sciagurata impreparazione alle sfide del momento, a cominciare dall’aumento senza precedenti dei costi dell’energia determinato dall’effetto congiunto delle sanzioni suicide contro la Russia e del funzionamento spietato del mercato capitalistico. Pur di salvaguardare quest’ultimo sono pronti a mandare in vacca l’economia nazionale e a provocare milioni di nuovi disoccupati.
La signora Meloni, che si avvia a vincere le elezioni per il voto massiccio di molti smemorati e per essersi furbescamente smarcata per tempo da malefatte e pasticci del governo dei migliori, non solo è una vecchissima conoscenza delle squallide cronache politiche italiche, non solo è a sua volta un’incompetente, come si vede dalle sue proposte tra le quali quella appena menzionata del blocco navale, ma si fa forte di un’identità ispirata dalle peggiori teorie della destra, da Vox a Trump, epigoni contemporanei del personaggio dal cui feretro emana la fiamma tuttora presente nell’emblema del suo partito.
Ma è tutta la destra, coalizione probabile vincitrice delle elezioni del 25 settembre, che ripropone ancora una volta al popolo dei babbei le proprie miracolistiche quanto truffaldine soluzioni basate su flat tax, riaggiogamento della magistratura al carro del potere, nucleare, presidenzialismo e quant’altro, trovando sponde utili non solo in Calenda e Renzi, ma nel Pd, principale responsabile della sua resistibile ascesa e vittoria.
È chiaro che di fronte alla catastrofica situazione che si delinea per l’autunno sarà inevitabile riproporre una forma di unità nazionale, formula che consentirà a questa accolita di mistificatori di sottrarsi all’inevitabile rabbia del popolo italiano che di costoro è da tempo immemorabile la vittima sprovveduta. Se il signore adagiato nel feretro da cui si sprigiona la fiamma ci ha regalato la seconda guerra mondiale con circa 500mila vittime italiane, i partiti atlantisti minacciano di farci omaggio di una guerra ben peggiore, combattuta colle armi nucleari che la probabile nuova premier britannica, atlantista come pochi, si è dichiarata pronta ad usare ancor prima di assumere l’incarico.
Nel frattempo prepariamoci ad affrontare i rigori di un inverno con riscaldamenti insufficienti e un’enorme impennata di carovita e disoccupazione, ringraziando sempre lorsignori per l’omaggio.
Occorre davvero sperare che anche dalle urne emerga un’alternativa credibile, cole sembianze di Unione popolare e delle forze che non si sono vergognosamente accodate al Pd sacrificando la loro autonomia politica al piatto di lenticchie di qualche seggio. L’emergere di un’alternativa di sinistra costituisce del resto il principale incubo di lorsignori, che per impedirla hanno rinnovato tra di loro lo scellerato patto dell’antidemocratico Rosatellum.
Ma, oltre che a un’alternativa elettorale, occorre pensare con sempre maggiore impegno e serietà a un’alternativa di sistema. Infatti il capitalismo produce solo catastrofi sempre maggiori, come ci hanno dimostrato con evidenza crescente gli ultimi anni, dalle crisi finanziarie, ai disastri ambientali, alle pandemie, alla guerra. Quindi per fermare questa spirale autodistruttiva occorrono scelte molto più radicali della messa al bando dei jet privati. Occorre mettere in campo una politica di razionamento e ripartizione egualitaria di tutte le risorse necessarie alla vita, sganciarsi dalla Nato e dalla guerra seguendo l’esempio dei portuali italiani insigniti del Premio dell’abolizione della guerra per essersi rifiutati di caricare gli armamenti.
In tal modo si potrà rispondere alle aspettative e ai desideri della maggioranza del popolo italiano che si riconosce sempre meno in un sistema politico asfittico e che beneficia solo le poche migliaia di persone che ne fanno parte, spesso collegate alle mafie e ad altri gruppi di potere. E si darà una risposta attuale e sempre più necessaria all’antico dilemma enunciato da Rosa Luxemburg: socialismo o barbarie!