I Paesi nordici temono un “inverno di guerra”, funestato non solo dai rincari ma anche da fallimenti a catena delle società energetiche alle prese con l’esplosione dei prezzi di acquisto del gas. Per questo i governi di Svezia e Finlandia hanno annunciato che stanzieranno oltre 30 miliardi di euro per andare in soccorso delle utility che senza interventi rischiano di finire in default già lunedì, come riporta Bloomberg. La crisi energetica causata dal taglio delle forniture russe via Nord Stream potrebbe insomma scatenare una crisi finanziaria: “Ci sono gli ingredienti per un momento Lehman Brothers nell’industria dell’energia”, ha detto il ministro delle finanze finlandese Mika Lintila. La similitudine con la banca di investimenti statunitense fallita nel 2008 era già stata utilizzata nelle scorse settimane dal ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck, costretto a salvare l’importatore di gas Uniper che ha chiuso il primo semestre con una maxi perdita da oltre 12 miliardi.
Helsinki, come annunciato domenica dalla premier Sanna Marin, metterà dunque in campo un pacchetto da 10 miliardi di euro che prevede prestiti e garanzie statali in modo da garantire sufficiente liquidità ed evitare insolvenze. La ministra delle Finanze Annika Saarikko ha affermato che il governo vuole “stabilizzare il mercato dei future e dei derivati sull’elettricità e garantire la disponibilità di elettricità in Finlandia in ogni circostanza”. Lo Stato, ha aggiunto, “potrebbe concedere prestiti o garanzie caso per caso”. Tra i beneficiari anche la società elettrica Fortum Oyj, a cui faceva capo la stessa Uniper, la cui maggioranza ora è passata al governo tedesco.
In Svezia intanto la premier Magdalena Andersson ha avvertito della prospettiva di un “inverno di guerra”, attaccando Mosca che a sua volta ha incolpato dello stop al Nord Stream i governi occidentali che non consentirebbero di concludere i lavori di manutenzione. “La guerra energetica della Russia sta avendo pesanti conseguenze per le famiglie e aziende europee e svedesi”, ha detto, “specialmente nel Sud della Svezia che dipende dai prezzi dell’elettricità della Germania, che a sua volta è molto dipendente dal gas. Questo minaccia la nostra stabilità finanziaria. Se non agiamo presto questo potrebbe portare a serie problemi nei Paesi nordici e baltici”. Il ministro delle Finanze Mikael Damberg ha avvertito che non agire potrebbe determinare “effetti di contagio sul resto dei mercati finanziari”. Stoccolma intende quindi mettere in piedi un piano di garanzie da 23 miliardi.