A due giorni dall’annuncio che Gazprom non farà ripartire le forniture attraverso il gasdotto Nord Stream, i partiti che compongono la coalizione al governo in Germania hanno concordato un nuovo piano di sostegno contro il caro vita da oltre 65 miliardi di euro. Come in molti altri Paesi europei, il potere d’acquisto della popolazione si sta riducendo a causa dei prezzi dell’energia alle stelle e dell’impennata dell’inflazione. Il cancelliere Olaf Scholz (Spd), che governa con Verdi e i liberali del Fdp, ha dichiarato che Berlino vuole che gli extraprofitti realizzati da alcune società energetiche grazie all’impennata dei prezzi di mercato vengano utilizzati per alleggerire le bollette delle famiglie.

Tra settembre 2021 e il 10 agosto, stando a quanto calcolato dal think tank Bruegel, la Germania ha stanziato aiuti contro la crisi energetica per un valore di 60,2 miliardi, la cifra più alta dell’Ue in termini assoluti anche se relativamente poco rispetto al pil (1,7%). Con il nuovo pacchetto Berlino si conferma saldamente al primo posto tra i 27 per risorse stanziate a favore di famiglie e imprese. Segue l’Italia con 49,5 miliardi. In percentuale sul pil i Paesi che hanno fatto di più sono Grecia e Lituania, seguite dall’Italia (2,8%). La Francia ha messo sul piatto 44,7 miliardi pari all’1,8% del suo pil, la Spagna, con 27,3 miliardi pari a circa il 2,3% del pil.

Nel documento che delinea i nuovi aiuti il governo tedesco nota che richiederanno “una significativa spesa aggiuntiva nel bilancio federale”. Secondo Bloomberg, il governo federale metterà sul piatto 40 miliardi, Lander e municipalità faranno il resto. Al netto di quello che arriverà dagli extraprofitti. Il cancelliere ha detto che sosterrà una misura di “prelievo parziale dei profitti aleatori” di queste aziende da attuare all’interno dell’Unione Europea, ma è anche pronto ad agire a livello nazionale. “I produttori stanno semplicemente approfittando dei prezzi molto alti del gas che determinano il prezzo dell’elettricità”, ha osservato il cancelliere.

Scholz ha anche rassicurato i connazionali affermando che la Germania “sarà in grado di affrontare l’inverno” e garantire il proprio approvvigionamento energetico nonostante l’esaurimento delle forniture di gas russo, da cui la sua economia dipende fortemente. “La Russia non è più un fornitore affidabile di energia (…) Il governo federale si sta preparando a questa eventualità dall’inizio dell’anno”, ha dichiarato alla stampa, sottolineando che grazie alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento e alla ricostituzione delle scorte di gas, il Paese è in grado di far fronte a un’interruzione prolungata del gasdotto Nord Stream.

Il ministero dell’Economia tedesco Robert Habeck ha intanto informato che il livello degli impianti di stoccaggio del gas in Germania ha superato l’85%. Il governo tedesco aveva stabilito con decreto che quella soglia dovesse essere raggiunta entro il 1° ottobre, quindi l’obiettivo è stato centrato con un mese di anticipo. Tuttavia, i livelli di riempimento potrebbero scendere nuovamente. Secondo il direttore dell’Associazione federale degli operatori del settore Ines, Sebastian Bleschke, gli impianti di stoccaggio continueranno a essere riempiti perché attualmente la Germania riceve molto più gas da Norvegia, Belgio e Paesi Bassi. Tuttavia, precisa, Bleschke, “se la fornitura di gas russo dovesse essere interrotta in modo permanente, il prossimo obiettivo del riempimento del 95% entro il 1° novembre potrebbe essere raggiunto solo con molti sforzi”.

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