Mancanza quasi totale di attenzione per il tema dell’accesso alla conoscenza, disattenzione al dialogo sociale e alla partecipazione di cittadini e cittadine al disegno e attuazione delle politiche pubbliche, sostanziale assenza della connessione fra obiettivi di giustizia ambientale e obiettivi di giustizia sociale, mancato riconoscimento della povertà educativa come emergenza da risolvere. Un documento prodotto dal Forum diseguaglianze e diversità – il think tank coordinato da Fabrizio Barca e Andrea Morniroli – sottolinea le “poche luci e molte ombre” nei programmi elettorali sulla riduzione delle diseguaglianze, confrontando le proposte di partiti e coalizioni e attribuendo valutazioni ad alcune di loro rispetto al “presumibile impatto” che avrebbero “sulla giustizia sociale e ambientale”. A collezionare il maggior numero di “semafori verdi” (giudizio positivo) è l’Alleanza Verdi e Sinistra, che ne riceve 13, seguita da Pd (11), Unione popolare (8), Italia viva-Azione (5), M5s (2) e centrodestra (uno). Il record di “semafori rossi” invece ce l’hanno le destre (8), poi Azione e Iv (5), Unione popolare e il Pd (2), mentre Movimento 5 Stelle e Si-Verdi non ne ricevono neanche uno. Si trovano anche due gradi di valutazione intermedia: arancione (quando la proposta sembra rivelare intenzioni condivisibili ma la sua articolazione è insoddisfacente o ambigua) e verde chiaro (quando l’obiettivo appare giusto ma non sono indicati o chiari gli strumenti per raggiungerlo).
Il documento si articola in sette tabelle che corrispondono ad altrettante “priorità strategiche” oggetto del lavoro del Forum. La prima indica come obiettivo “Garantire l’accesso e l’uso della conoscenza e rimuoverne il monopolio”: in questo senso sono apprezzate la proposta di Sinistra e Verdi di “recuperare una funzione sociale della ricerca a partire dalle grandi sfide che la crisi ci pone” e quella del M5s di “favorire l’accesso aperto ai risultati delle ricerche”. Dalle destre e dalla lista Renzi-Calenda, invece, “il tema è decisamente ignorato”. La seconda priorità include i temi casa, mobilità, salute, servizi pubblici locali e periferie: sulla casa solo Pd e Unione popolare “assumono impegni quantitativi precisi” (entrambe le forze propongono di realizzare 500mila nuovi alloggi popolari), mentre si stigmatizza “la posizione ideologica in merito ai servizi pubblici locali – il privato sempre meglio del pubblico – di Azione e Italia viva, che si contrappone alle proposte in particolare del Movimento 5 Stelle volte a dare attuazione al referendum sull’acqua bene pubblico comune”. Terzo obiettivo, “un lavoro con più tutela e potere”: sotto questo aspetto, si legge, “appare interessante la ricorrenza in tutti i programmi”, tranne quello del centrodestra dell’obiettivo del salario minimo“, anche se secondo il Forum “nessuna proposta contiene tutte e tre le componenti necessarie”: estensione erga omnes dei contratti collettivi, introduzione di un minimo legale e rafforzamento deciso dei meccanismi di controllo.
Quarta priorità, i giovani: il documento assegna soltanto un “arancione” alla proposta dem di introdurre una “dote” di diecimila euro ai neodiciottenni finanziandola con una “modifica dell’aliquota dell’imposta sulle successioni e donazioni superiori a cinque milioni di euro“. “Ben altro impatto”, ricordano infatti dal Forum, “aveva la nostra proposta di azzerare ogni imposta di successione e donazione fino al ricevimento di ben 500mila euro, per avere poi aliquote crescenti e arrivare ad aliquote utilizzate in altri paesi Ocse”. Sulla transizione ecologica (quinto obiettivo), “solo in alcuni casi all’attenzione” di facciata dei programmi di tutte le forze politiche “corrisponde l’indicazione di obiettivi e strumenti convincenti“. Bocciate col semaforo rosso “la riproposizione del gas come una soluzione, o addirittura del nucleare“, presente nei programmi di Azione-Iv e delle destre; semaforo verde, invece, per l’addio ai sussidi fossili (Si-Verdi e Pd) e al “fondo pubblico per finanziare le comunità energetiche locali” (Up). Sulla pubblica amministrazione (sesta priorità) “non si trova traccia di proposte puntuali su come stabilire i fabbisogni di personale, realizzare in modo appropriato il reclutamento, preparare l’accoglienza degli assunti, ridisegnare la formazione”. Infine, sul contrasto alla povertà (settima e ultima tabella) c’è il bollino rosso a Renzi e Calenda per la proposta di “eliminare il Reddito di cittadinanza dopo il primo rifiuto di un’offerta di lavoro congrua”, mentre è apprezzata quella del Pd di ricalibrarlo “secondo le indicazioni della Commissione Saraceno, a partire dall’ingiustificata penalizzazione delle famiglie numerose e/o con minori”.