“Sono pop, non trash. Popolare, non volgare. E studio: il sabato sera non esco mai. Resto a casa a preparare la puntata. Se presento un libro, lo leggo fino alle tre del mattino. Quando stavo con Renzo Arbore mi diceva: dai, usciamo. Ma io niente”. Alla vigilia dell’inizio della sua quattordicesima Domenica In (“Baudo si è fermato a tredici”), Mara Venier si racconta a cuore aperto in un’intensa intervista ad Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera, dove ripercorre la sua vita, tirando le somme e rivelando aneddoti inediti del suo passato con cui ha dovuto fare i conti. Adesso non solo si sente pronta a parlarne, ma ha deciso di farne un’occasione di testimonianza: “A Venezia dopo la morte della mamma per sette anni non sono riuscita a tornare. Ora ce l’ho fatta, ed è stato come chiudere il cerchio. Lo stesso vale per la violenza subìta: le cose vanno affrontate, il cerchio si deve chiudere. Ma certe ferite non si rimarginano mai davvero. Ed è giusto parlarne. Anche in tv. Anche se fa perdere ascolti. Ho avuto tutto, è il momento di rischiare qualcosa. Già la scorsa stagione avevo dato spazio all’impegno, alle storie importanti, agli argomenti seri. Quest’anno lo farò ancora di più. Innanzitutto sul tema della violenza contro le donne. Nella prima puntata avrò ospite la sorella di Alessandra, la signora di Bologna massacrata a martellate dal compagno più giovane. Una storia terribile di ossessione, di possesso, di libertà negata, di violenza. Io ne so qualcosa. Ho avuto un compagno violento. Molto violento. Mi picchiava. È arrivato a cercare di uccidermi“.
“Mi ha aspettato sotto casa con un coltello. Questa è una cosa che non ho mai raccontato. Sappia solo che ho pagato un prezzo altissimo“, ha confidato Mara Venier tornando con la mente a quegli anni bui. Chi era? “Uno che non ha accettato la fine della nostra storia. Diceva di amarmi ancora. Ma questo non è amore. Sono uomini che si sentono proprietari del tuo corpo e della tua anima. E ti distruggono. Non soltanto con le botte o con le coltellate. Ti fanno sentire una nullità. Una cosa nelle loro mani”. E ancora, il racconto di Mara è lucido e straziante: “Io ho provato la paura. La paura della violenza fisica, e la paura di sporgere denuncia. Ma ero innamorata, e quando ami non vuoi vedere: l’amore ti porta a giustificare quasi tutto. Fu un grave errore. Alla fine sono stata costretta a denunciare, andavo sul set con due carabinieri di scorta. Ma avrei dovuto interrompere la spirale prima. A lungo è rimasto dentro di me qualcosa di irrisolto: la debolezza, la rabbia, l’incapacità di reagire… Purtroppo noi donne siamo fatte così”.
“Abbiamo la sindrome da crocerossine. “Io lo salverò, con me lui sarà diverso, io lo cambierò”. Ma purtroppo loro non cambiano. E allora dobbiamo andarcene. Lasciarlo. Al primo schiaffo, subito. Non bisogna consentirgli di esercitare un potere, una violenza su di noi; altrimenti è finita. Quell’uomo non c’è più e io, alla fine, l’ho perdonato“. Prima di lui, Mara Venier aveva già avuto una delusione d’amore: “Un giorno, in piazza Ferretto a Mestre, incontro un ragazzo bello come il sole, e me ne innamoro perdutamente: Francesco Ferracini. Facemmo la fuitina. La prima notte d’amore rimasi incinta. Non sapevo neppure come nascessero i bambini. E tre mesi dopo ci sposammo. Non ebbi il coraggio di dire ai miei che aspettavo un bambino, anche se mia mamma aveva capito. Il prete, don Gino Trevisan, era contrarissimo: “Tieni il toseto, ma non star a maritarte!”. La sera stessa delle nozze, lo sposo partì per Roma: sognava di fare l’attore. E io restai nella casa dei ferrovieri, dove nacque Elisabetta”.
Oggi ha voltato pagina e ha finalmente trovato l’amore con il marito Nicola Carraro, presentatogli da Melania Rizzoli: “Ne sentivo parlare da una vita: intelligente, gran figo, produttore ritiratosi a vita privata, tra Los Angeles e i Caraibi… Una sera Melania organizza una cena per far incontrare Nicola a tre sue amiche. Io chiedo: perché non inviti anche me? Rispose: perché tu sei fidanzata. Avevo un flirt con un giornalista della radio, Fabio Visca, quello della trasmissione Fabio e Fiamma. Comunque passo un pomeriggio in agitazione, mi trucco, mi metto un tubino nero, vado al ristorante come sempre in anticipo, e attendo questo famoso Nicola Carraro. Entra un cumenda milanese con la giacca blu dai bottoni d’oro, grande giocatore di golf, e mi dico: io non c’entro niente con questo qui. A peggiorare le cose, accenna un baciamano. Detesto i baciamano – ha concluso la conduttrice -. Ha fatto tutto Melania. A me ha detto: Nicola è pazzo di te. A lui ha detto: Mara è pazza di te. Una sera è salito a bere un bicchiere di grappa, e abbiamo scolato la bottiglia. Non è successo nulla; ma mi ha raccontato tutto di lui”.