“Noi non abbiamo una visione ideologica dell’ambiente. Non credo nella papessa Greta Thunberg ma in una azione politica forte per rendere più facile una politica agricola e ambientale”. Sono le parole che il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, ha riservato per l’attivista per l’ambiente che ha lanciato il movimento Fridays For Future, durante il Forum Ambrosetti a Cernobbio.
Parole dure che però entrano in contraddizione con quanto fatto (e detto) dallo stesso Tajani nel 2019, quando era presidente del Parlamento europeo. Poco prima delle elezioni europee, ad aprile 2019, infatti, l’allora presidente incontrò a Strasburgo Thunberg. L’attivista, con l’occasione, parlò anche alla commissione Ambiente del Parlamento Ue, invitando i politici europei a prendere decisioni nette e rapide per contrastare il cambiamento climatico. Dopo il colloquio, il coordinatore di Forza Italia, in un’intervista video, la definì “una ragazza in gamba che ha smosso milioni di persone con la sua azione”, un complimento ben lontano dall’epiteto “papessa” scelto ora a Cernobbio.
Tajani descrisse l’incontro, raccontando di aver parlato delle azioni del Parlamento europeo relative all’ambiente, ma anche “dell’Africa e del mio viaggio in Niger, con il deserto alle porte della città”, e “di quello che si può fare insieme”. “Le ho detto che deve conservare sempre i valori nei quali crede perché si va avanti se si difendono i valori che si hanno nel cuore, le ho parlato come un padre, come un nonno”, aggiungeva all’epoca Tajani, parlando di Greta Thunberg come di una ragazza “che va aiutata a combattere le sue battaglie” e non certo di una persona in cui “non credere”, come invece l’ha definita oggi. “Abbiamo bisogno di difendere l’ambiente – sottolineava all’epoca il presidente dell’Europarlamento – non se ne parla abbastanza, ma bisogna agire concretamente”.
A chi affidare la difesa dell’ambiente oggi? Secondo Tajani, “agli agricoltori” che sono “i migliori difensori dell’ambiente”. “Dobbiamo fare in modo di lasciare ai nostri figli un ambiente migliore di quello che abbiamo trovato – spiega domenica 4 settembre da Cernobbio – Quando parliamo di rigenerazione urbana, ad esempio, sposiamo l’ambiente e la politica industriale. L’edilizia lavora ma, riqualificando i centri storici delle città, riduce le emissioni e produce risparmio energetico. Questa è la politica ambientale in cui crediamo”. Una politica che però, a distanza di appena tre anni da quell’incontro, non prevede più l’attivista svedese.