A 24 anni, affetto da una malattia muscolare neurodegenerativa (la sindrome di Duchenne), è riuscito a coprire i 120 chilometri del tracciato finale del Cammino di Santiago de Compostela sulla sua carrozzina elettrica. È la lezione che arriva da Francesco. Con la forza del solo pollice per manovrare il mezzo e di una volontà incrollabile, nella sera di domenica 4 settembre, il marchigiano Francesco Forgione ha tagliato il traguardo entrando nella grande piazza della città galiziana, all’ombra della cattedrale, accolto dagli applausi di pellegrini, camminatori e turisti.

Non lo hanno fermato neppure il caldo rovente e gli incendi dei primi giorni del percorso, iniziato a Sarria, e poi la pioggia, il vento di burrasca e temperature invernali. Nel video che racconta l’ingresso a Santiago si può notare il cielo plumbeo, sentire il sibilo del vento e rendersi conto del freddo provato da Francesco, bardato di tutto punto: “È stata dura, ma non mi sono mai perso d’animo. Volevo fortemente raggiungere la meta e ce l’ho fatta – racconta trionfante Francesco da Santiago de Compostela sotto un diluvio – Ho avuto caldo, poi tanto freddo e ci sono stati pezzi del tracciato in cui la carrozzina non riusciva a salire perché ho scelto il percorso dei cosiddetti ‘normodotati’ e non quello per i disabili. In alcune, poche circostanze abbiamo dovuto smontare la batteria e procedere ‘a mano’, prima di tornare in modalità elettrica. Quest’impresa è servita a me in primo luogo, alla mia famiglia e allo staff che mi ha accompagnato, ma spero possano essere tanti a trarne giovamento: volevo dimostrare che se ce l’ho fatta io a compiere una simile impresa, nulla è impossibile. Il mio messaggio è per tutti i disabili, per dare loro forza e convinzione, per non abbattersi, per dimostrare a tutti che se si vuole si può fare. E alla gente, all’opinione pubblica dico di prendere coscienza e di rispettare la disabilità”.

Ora un ultimo tratto di missione, tempo permettendo (la protezione civile spagnola parla di un uragano in arrivo nella regione): “Tra oggi e domani raggiungeremo Cabo Finisterre (il punto più a occidente dell’Europa, ndr.). Vogliamo concludere così la missione partita il 26 agosto scorso – aggiungono Michele e Angelica, i genitori di Francesco, parte dello staff del viaggio che comprende un’accompagnatrice, una dottoressa e una squadra di videomaker che sta realizzando un documentario – Una volta lì, nonostante tanta pioggia, raccoglieremo un sasso e lo porteremo in regalo a Valeria Mancinelli, la sindaca di Ancona, la nostra città. A quel punto inizierà il viaggio di ritorno attraverso la Spagna, la Francia e infine il rientro in Italia, con una serie di tappe, dove contiamo di arrivare sabato prossimo”. Proprio la prima cittadina di Ancona aveva incontrato Francesco e lo staff di ‘Santiago on Wheels’, il nome del progetto, poche ore prima della partenza e aveva proposto la storia del sasso: “Stamattina mi sono commossa dopo aver ricevuto il messaggio dal papà di Francesco – è stata la reazione della Mancinelli – Quando torneranno tutti a casa ci ritroveremo e quel sasso donato lo conserveremo qui in Comune. Francesco ha compiuto una vera impresa e l’amministrazione gli tributerà il giusto riconoscimento”.

La partenza della missione è stata posticipata di qualche mese per consentire un incremento della raccolta dei fondi per renderla sostenibile economicamente. Il tracciato originale, da Ancona a Civitavecchia e poi in nave fino a Barcellona, non è stato possibile, da qui l’opzione terrestre con due mezzi, un furgone e un camper, adatti per tutte le necessità. E ora testa e cuore alla prossima missione, nel 2023: “Non posso ancora rivelare la mia idea, presto avrete mie notizie” svia Francesco Forgione.

Articolo Precedente

“In Bosnia per insegnare ai bambini a giocare a calcio: così ho passato l’estate dopo la maturità. Molti non avevano mai visto un pallone”

next
Articolo Successivo

Sul Beato Luciani si è scritto tanto, spesso in modo del tutto infondato

next