I future sul Ttf avevano chiuso sotto i 215 euro venerdì, poi è arrivata la decisione di Gazprom. E Peskov avverte: "I problemi continueranno fino alla revoca delle sanzioni". La moneta unica mai così debole dal dicembre 2002, ha raggiunto il livello più basso nel cambio con il dollaro Usa, scendendo sotto gli 0,99. Borse tutte in rosso
La chiusura a tempo “indefinito” del gasdotto Nord Stream 1 da parte di Gazprom, decisa venerdì sera dopo gli annunci del G7 sul price cap al petrolio e di Ursula von der Leyen sul tetto al prezzo del gas, travolge i mercati. Alla riapertura delle contrattazioni, il prezzo ad Amsterdam è volato fino a 289 euro al megawattora, con un rialzo di oltre il 30% rispetto alla chiusura sotto i 215 euro di venerdì. I futures Ttf, vale la pena ricordarlo, sono il punto di riferimento del prezzo del gas in Europa. Poi il prezzo ha iniziato a oscillare, rimanendo comunque sempre oltre i 250 euro e, a metà mattinata, tornando nuovamente in zona 245. Anche il prezzo del petrolio è salito dopo che l’Opec+, il gruppo dei Paesi alleati produttori di petrolio che include anche la Russia, ha annunciato il taglio delle forniture all’economia globale di 100mila barili al giorno, sottolineando la loro preoccupazione per i prezzi del greggio che sono crollati a causa dei timori recessione: i future del West Texas Intermediate hanno guadagnato il 2,52% a 89,06 dollari al barile, il Brent è avanzato del 2,63% a 95,74 dollari al barile.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, da parte sua ha dichiarato che i problemi con le forniture di gas all’Europa attraverso il Nord Stream continueranno fino alla revoca delle sanzioni che impediscono la manutenzione dei macchinari del gasdotto. A Peskov è stato chiesto se è possibile affermare che la questione del pompaggio del gas attraverso Nord Stream dipenda completamente dalle sanzioni e che le forniture riprenderanno solo se queste saranno rimosse o attenuate: “Certamente – ha risposto -, sono proprio le sanzioni che impediscono la manutenzione delle unità”.
Intanto, l’instabilità energetica provoca conseguenze anche a livello monetario. L’euro ha raggiunto il livello più basso nel cambio con il dollaro Usa, scendendo sotto gli 0,99. La valuta europea ha perso lo 0,70% fino a 0,9884 su quella statunitense: si tratta del livello più basso dal dicembre 2002. Anche la caduta dell’euro è collegabile all’annuncio di Mosca, prima del weekend, sul taglio delle forniture di gas alla Germania e all’Europa. La lenta caduta dell’euro sul dollaro continua dall’inizio dell’anno, zavorrata dall’incertezza economica innescata dopo l’invasione russa in Ucraina.
Lo stop al gasdotto e la decisione comunicata da Opec+ hanno affossato le Borse europee. Maglia nera il Dax 30 di Francoforte, che ha ceduto il 2,2%, seguito da Piazza Affari a -2,01%. Il Cac 40 di Parigi ha ceduto a sua volta l’1,2% mentre l’Ibex 35 di Madrid ha lasciato sul terreno lo 0,89%. Eccezione di giornata il Ftse 100 di Londra, che in un giorno segnato dalla nomina di Liz Truss a prossima premier del Regno Unito guadagna lo 0,07%.