Carissimo Luciano de Crescenzo, perdonami se, come ogni anno, mi faccio vivo ma solo dopo qualche giorno dal tuo compleanno (18 agosto) cosi vicino al mio (14 agosto): entrambi leoni di Ferragosto! Da quando non ci sei più mi manca la tua guida spiritosa e napoletanamente ironica (“A quanti vogliono sapere se io sono di centrodestra o di centrosinistra, io rispondo che sono del centro storico”: esattamente come me!), la tua serena e profonda riflessione sul mondo e sulle cose, per non dire sul tempo, che è stata sempre una delle tue riflessioni preferite, come citato da tua figlia nella prefazione del tuo ultimo libro postumo Accadde domani.
…Ho trascorso buona parte della mia vita ad ascoltare mio padre parlare di filosofia, e se c’è una cosa che mi ha insegnato è che dovremmo essere padroni del presente e non schiavi del futuro… Perciò ho deciso di selezionare e raccogliere questi suoi articoli in un unico libro, per ripercorrere le riflessioni di un uomo che ha osservato il mondo con curiosità, ma soprattutto ha provato a spiegarlo ai suoi lettori, invitandoli a ragionare su ciò che sarebbe accaduto nel prossimo futuro. (Paola De Crescenzo)
Non so se mia figlia avrà il tempo e la voglia di raccogliere i miei scritti su ambiente, salute e “farmacosofia” per mostrare a tutti quanto e come, purtroppo, io sia stato facile profeta nel predire anni prima avvenimenti ed errori di valutazione non solo su Terra dei Fuochi ma anche su ambiente, salute e politica. E così mi sono deciso a farlo da solo, raccogliendo in libri questi miei post, io che scrittore non sono ma medico, orgoglioso e onorato di esserlo per averlo scelto a sedici anni all’altare di Santi Medici Anargiri (=che non si facevano pagare) come San Ciro e San Giuseppe Moscati nella Chiesa del Gesù a Napoli.
Quando osai presentarmi a candidato sindaco alle Primarie del Pd di Napoli nel 2016, importanti esponenti del Pd campano dichiararono di non votarmi, perché parlavo e mi presentavo troppo “da profeta”, non da politico concreto. Avevano ragione. Tutti i miei ormai centinaia di post in questo blog messo a mia disposizione da Il Fatto Quotidiano lo hanno certificato. E’ dura, durissima, essere “profeta”. Ma cosa significa veramente essere un “profeta” e perché non l’ho mai sentito come una diminutio ma semplicemente come un meritato riconoscimento anche da chi non mi ha mai voluto ascoltare?
Il Concilio Vaticano II, in particolare nella costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium, spiega perché nella Chiesa cattolica non sono riconosciute figure particolari di profeti: in realtà ogni battezzato, in forza della sua unione con Cristo, è partecipe del suo ufficio profetico. Ogni cristiano è dunque profeta, nel senso che diventa capace di diffondere dovunque la viva testimonianza del Cristo. Solo attraverso la testimonianza della propria vita anche nella professione i credenti ancora oggi annunciano la sovranità di Dio e la sua priorità.
Per comprendere quanto io lo sia stato veramente, sia su ambiente e salute in Campania che in politica, basta rileggersi semplicemente qualcuna della tante interviste rilasciate all’epoca di quella improvvida candidatura alle Primarie del centrosinistra di Napoli: oggettivamente non si può fare il politico onesto, competente e “profetico” non solo nella nostra città ma anche, e purtroppo ancora di più, nel nostro Paese.
Quali sono le Sue idee per la città? Di cosa ha bisogno Napoli?
A) Combattere la camorra sottraendo risorse economiche con la depenalizzazione delle droghe leggere e con una costante formazione antidroga presso tutte le scuole di Napoli, a partire da Chiaia, Posillipo e Vomero;
B) Assicurare una formazione in bioetica ambientale a tutela del nostro territorio, iniziando dall’alzare il livello di attenzione e controllo non già dei rifiuti urbani, per i quali Napoli deve attrezzarsi a breve tempo solo con un efficiente impianto di compostaggio, ma soprattutto per i rifiuti speciali industriali e tossici. Napoli non è mai stata solo una carta sporca di cui nessuno se ne importa, ma quella carta sporca era usata a copertura del vero problema. Napoli è una lastra di amianto e nessuno fa l’impianto, specie a livello regionale;
C) Sviluppo armonico della città metropolitana: Napoli ha tutte le risorse ed eccezionali capacità attrattive, ma sono male organizzate e distribuite. Il Porto da decenni non appartiene più né ai napoletani, né agli italiani, ma è spartito tra cinesi, petrolieri e crocieristi, che neanche si preoccupano di elettrificare le banchine per non uccidere di polveri sottili non meno di dieci napoletani al giorno. L’aeroporto di Napoli è l’unico al mondo fra tutte le città metropolitane, che fa atterrare gli aerei in pieno centro storico, praticamente sulle terrazze del Museo e del Parco di Capodimonte e nessuno se ne importa!
Ci vuole una classe dirigente nuova, onesta, competente e profetica. Sia nel Pd che nel M5s non vedo candidati all’altezza di questo gravoso compito. Napoli ha bisogno urgentissimo di un sindaco alla Giorgio La Pira, non alla Maradona, in grado di riunire per amore della città e spirito di servizio, tutte le forze sane dell’intero centrosinistra e dei movimenti alla “5 Stelle” e della destra sociale, per riuscire a superare questo delicatissimo momento storico che ha segnato un dato gravissimo, se confrontato ad esempio con la città di Firenze: ogni bambino che nasce oggi a Napoli ha – 3.6 anni di speranza di vita media rispetto a qualunque bambino che nasce nel capoluogo toscano. La differenza di gestione tra una giunta del “profeta” La Pira e “mani sulla città” a Napoli si paga oggi.
Carissimo Luciano, cosa di buono possiamo attenderci dopo il 25 settembre 2022, visto che non trovo in nessun programma una visione “profetica” e soprattutto pochissimi candidati degni di tal nome al Parlamento della nostra Repubblica? Direi che confermo in pieno anche io l’affermazione “profetica” del Vescovo Antonio Di Donna di Acerra che, commentando la visita del Presidente Mattarella il 25 aprile scorso, nella quale nessun cenno era stato osato fare sullo sterminio ancora in atto nella nostra Terra dei Fuochi, dove ci si preoccupa di tutelare al meglio soltanto le pummarole, affermò che aveva inizio allora una nuova Resistenza, vera e sanguinosa come quella antinazista e antifascista del 1943: la Resistenza Ambientale.
Se Dio vorrà concedermi ancora del tempo, in onore della Enciclica Lumen Gentium e del tuo nome ho quindi già scelto il mio nome da combattente partigiano: Comandante Luciano!
Con affetto, per sempre.