In Finlandia è in vigore dal 4 settembre la riforma del congedo parentale: entrambi i genitori potranno prendere 160 giorni e trasferirne 63 al partner o un altro caregiver se lo desiderano. La formula, spiega il governo, punta a permettere di conciliare “carriera e vita familiare più facilmente” e vuole superare la suddivisione fra maternità e congedo di paternità. È estesa a tutti i modelli familiari esistenti: nei criteri non viene preso in considerazione il sesso dei genitori, né il fatto che siano i genitori biologici o adottivi del bambino. Anzi, la premier Sanna Marin ha spiegato che il diritto vale anche per chi ha i figli in affidamento. Le famiglie monogenitoriali potranno invece avvalersi di entrambe le quote (160 + 160), come si legge sul quotidiano finlandese Yle.fi.
La legge riguarderà le famiglie con figli nati a partire dal 4 settembre o adottati dal 31 luglio in poi. Tuttavia, i genitori che hanno iniziato a percepire assegni parentali in una fase precedente non potranno adeguarli a quest’ultima, e le due leggi saranno in vigore contemporaneamente fino alla fine del 2024. Non è la prima volta che il governo finlandese tenta di modificare le regole in questo settore. Ci aveva già provato Juha Sipilä, membro del Partito di centro finlandese e primo ministro dal 2015 al 2019, senza però arrivare a una conclusione.
La riforma attuata dal governo Marin cambia un sistema che era così suddiviso (lo si legge su Infofinland.fi): maternità fino a 105 giorni feriali, congedo parentale fino a 54 – non trasferibili – di cui 18 in sovrapposizione al permesso della madre del bambino. Secondo l’istituto di previdenza sociale finlandese (Kela), gli uomini del Paese potrebbero essere meno propensi a usare il congedo rispetto agli altri nordici: solo il 10% dei padri ne ha usufruito nel 2020. Anche in Italia sono state introdotte novità, in vigore dal 13 agosto. Fra queste: il congedo obbligatorio di paternità, pari a 10 giorni lavorativi, e l’estensione da 10 a 11 mesi di permesso per il genitore unico.