Mischiare campanile e campagna elettorale (a meno di essere Mastella) non è una buona idea. Ne è un esempio la gaffe del segretario Pd Enrico Letta di domenica: alla Festa dell’Unità nella sua Pisa pare si sia lasciato andare a un “Forza Pisa, Livorno m…” che non è passato inosservato. Pisanità di Letta ribadita scherzosamente anche quando ha dichiarato dal palco: “Ringraziamo la segretaria regionale Bonafè che ha capito qual è la vera capitale della Toscana”. Roba goliardica e da stadio, sì, ma forse non il massimo in campagna elettorale, specie di questi tempi poi. Tant’è che lo stesso segretario si è corretto dopo dal palco: “Forza Pisa e mi fermo qui, non aggiungo altro…che poi i giornali…”. Prima dei giornali però sono arrivati i social, con la battuta che è diventata virale, e i livornesi si sono evidentemente piccati per il commento, col sindaco Salvetti che ha sottolineato il tono scherzoso, ma aggiungendo: “Sarebbe stato meglio evitare”.
A roba da stadio la riduce pure Vezio Benetti, giornalista livornese 80enne conosciuto in particolare per le sue telecronache vernacolari e tutt’altro che politically correct delle partite del Livorno. E infatti il “fair play” di Benetti è immediato: “Beh cosa si vuole da Letta? Lui è pisano, mica livornese. C’è una discreta differenza!”. E continua: “Dal segretario Pd che sta a una spanna di voti da Fratelli d’Italia si pensava che evitasse. Però quelli sono sfottò puramente calcistici, carini peraltro: proprio per questo bisogna pure capire Letta che da pisano non vive certo un bel momento; dopo aver sfiorato una promozione in A, oggi vede la squadra nei bassifondi. Il Livorno fino al 2018 è stato in A e in B…il Pisa a giocare col Montelupo Fiorentino, ora è arrivato questo coi soldi e non gli va nemmeno tanto bene però”.
E Benetti parafrasa Renzi, modificando un po’ lo storico “Enrico stai sereno”: “Beh ora si dovrebbe dire “Enrico stai attento”, perché se venisse ora dalle parti dell’Armando Picchi qualche vaffa se lo prenderebbe”. Una gaffe che però, secondo Benetti, che a Livorno è stato anche assessore allo sport in quota sinistra, non inciderà granché sul voto: “Ma no, i miei nonni erano socialisti veri, vabbè che ora se si risvegliassero rimorirebbero subito per lo sdegno, però io nella mia vita ho sempre e dico sempre votato a sinistra, mi dispiacerebbe dopo 80 anni non votarla per un Livorno merda”.