Il M5s primo con il 24 per cento abbondante, il Pd secondo col 21, Fratelli d’Italia terzi con il 18 scarso. Non è uno scherzo né un ritorno a qualche tempo passato: sono le intenzioni di voto al Sud e nelle Isole secondo un sondaggio di Ixè. L’istituto diretto da Roberto Weber e Alex Buriani ha scorporato anche per zona geografica i dati della rilevazione del suo Osservatorio Politico Nazionale. E, come in altre tornate elettorali, l’Italia sembra spaccata in due per certi versi.
Al Sud e nelle Isole, appunto, il primo partito è il M5s che avrebbe il 24,5 per cento, davanti al Pd col 20,8 e a Fratelli d’Italia che da Roma in giù sarebbe al 17,7. Forza Italia in questo quadrante sarebbe la quarta forza, col 9,4, in vantaggio sulla Lega (8,4). Il polo centrista Azione-Italia Viva è al 4,3.
Al Nord e al Centro la prospettiva si rovescia. Fratelli d’Italia va sopra al 25 per cento e doppia la Lega (terza con il 12,3). In mezzo c’è il Pd che comunque non va oltre il 22,1. Non ci sono altre forze politiche in doppia cifra perché il M5s non supera il 9 (8,8), mentre qui va veloce il polo Calenda-Renzi (8,4) che supera Forza Italia (7,1). Tra le forze che combattono per superare la soglia di sbarramento vale la pena sottolineare che l’alleanza Sinistra-Verdi riuscirebbe nell’impresa solo grazie al Centro-Nord (dove raccoglie il 4 contro il 2,4 del Sud-Isole).
Il dato nazionale, dunque, vede Fratelli d’Italia primo partito col 22,7, di un punto avanti al Pd. Al terzo posto c’è – con margine sugli inseguitori – il M5s al 13,8, che secondo Ixè avrebbe 3 punti di vantaggio sulla Lega (10,9). Sotto al 10 ci sono Forza Italia (di poco sotto all’8) e Azione-Italia Viva (di poco sopra al 7). Sopra alla soglia di sbarramento la Sinistra-Verdi al 3,5, resta sotto invece +Europa (2,7) e – a differenza di altre rilevazioni di questa settimana – non ce la farebbe neppure Italexit, fermo al 2,5. Briciole per gli altri: 1,2 per Noi Moderati (che corre col centrodestra), meno dell’1 per Impegno Civico di Luigi Di Maio. L’affluenza alle urne, cioè la quota di chi risponde che certamente andrà a votare, per Ixè è stimata poco sopra il 53 per cento.
Ixè ha elaborato anche una possibile composizione del futuro Parlamento, alla luce di questi dati. Alla Camera il centrodestra metterebbe insieme 244 deputati contro i 91 del centrosinistra, i 42 del M5s, i 19 del polo centrista e 4 assegnati ad altre forze minori. Al Senato Fdi-Lega-Fi-Noi Moderati potrebbero contare su 121 parlamentari. All’opposizione andrebbero 46 seggi per il Pd, 21 per il M5s, 9 per Azione-Italia Viva e 3 ad altre forze.
Ixè ha valutato anche la fiducia nei leader politici. In testa c’è Mario Draghi che raccoglie il 62 per cento delle preferenze. L’inseguitore, a differenza di altri sondaggi, non è Giorgia Meloni, ma Giuseppe Conte che secondo l’istituto triestino mette ancora insieme il 37 per cento di pareri positivi. Al terzo posto c’è la leader di Fratelli d’Italia (33), davanti a Enrico Letta (29). Silvio Berlusconi (25) sopravanza Matteo Salvini (23). Ultimo Matteo Renzi, di poco dietro a Luigi Di Maio.
Per ciascun leader, infine, Ixè ha stimato anche il grado di fiducia per età, per condizioni economiche percepite e per collocazione politica (sinistra, centro, destra). Ne viene, per esempio, che Draghi ha un tasso di fiducia più alto della sua media soprattutto tra gli over 65, ha condizioni economiche buone o ottime e (per certi versi sorprendentemente) di area di centrosinistra. Una piccola sorpresa arriva anche con i dati di Conte: tra chi si definisce di sinistra l’ex premier raccoglie ben più della fiducia media (oltre il 50% contro il 37). Tendenzialmente va bene tra i giovani (18-24 anni) e tra chi ha condizioni economiche “appena sufficienti“. Viceversa Giorgia Meloni va più forte del suo valore medio tra i 50-60enni e chi si ritiene in condizioni economiche “ottime“. Letta presenta dati molto simili a Draghi: va bene in particolare tra gli ultra 65enni, è in condizioni economiche “ottime” e nell’area di centrosinistra.