Lo scrittore si è raccontato in un'intervista a 'Repubblica', sottolineando la sua convivenza con la malattia e l'affetto ricevuto
“Forse tra vent’anni scriverò la storia di un postino viennese del 1922 e là dentro ci sarà quello che ho vissuto, chissà”. La vita di Alessandro Baricco è cambiata. E non per scelta. E, dopo alcuni mesi dall’annuncio della leucemia e dal trapianto subito, lo scrittore si è raccontato in un’intervista a Repubblica. Da dove ripartire, se non dall’amore per penna e calamaio? A Mantova, infatti, presenterà il nuovo saggio ‘La via della narrazione’, edito da Feltrinelli. Un libro esile, con poche pagine speciali e brevi intuizioni sulla scrittura, in una rielaborazione di una lezione alla Scuola di Holden. “Ho scelto Mantova per ricominciare. Mi sembrava un bel posto per ripartire, è un festival a cui sono molto legato”, ha spiegato. Poi ha rivelato la sua ammirazione per Beppe Fenoglio: “Lo amo molto, per le mie grane ho un po’ trascurato il suo centenario”
Durante l’intervista, Baricco ha raccontato dell’annuncio della malattia, del calore e dell’affetto ricevuti: “Mi ha molto stupito, è stata una sensazione bellissima. È strano, attraversiamo vite intere, anche professionalmente parlando, senza sapere in realtà che cosa abbiamo scatenato. Ci sono alcuni regali che quest’esperienza mi ha fatto: sicuramente uno è questo”. Gli altri doni, invece, preferisce custodirli gelosamente: “Gli altri li tengo per me. Non è il caso di parlarne più di tanto ma francamente l’ho trovata un’esperienza fantastica. Posso dire ufficialmente che sono un uomo molto fortunato, perché sono qua che mi preparo per andare a parlare a Mantova”.