Sono terminate le indagini sui presunti casi di corruzione che avrebbero coinvolto anche la funzionaria del ministero che ha ammesso alcune contestazioni. Attesa la richiesta di processo. La donna avrebbe ricevuto soldi dall'imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco, per poi spenderli tutti in shopping compulsivo
“Ero sottoposta a una forte cura”, spiega l’ex capo dipartimento del ministero dell’istruzione, Giovanna Boda. Sarebbe questo che l’ha portata ad avere “forti comportamenti compulsivi, depressione e alterazione della realtà” e a essere facile vittima di diverse persone, come da lei dichiarato ai pm di Roma lo scorso luglio. Il verbale è al centro di un articolo del quotidiano la Verità. Boda è stata interrogata nell’ambito di un’indagine su presunti episodi di corruzione in appalti all’interno del Miur.
“Ammetto tutti gli addebiti di cui ai capi A e B che mi avete mostrato ma sicuramente non ricordo nel dettaglio le singole dazioni o utilità”, argomenta l’ex dirigente del ministero dell’Istruzione, portando il suo stato di salute come motivazione. Insieme a lei sono indagate altre persone tra cui l’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco. Boda spiega che in quel periodo era anche presa dallo shopping compulsivo: “Ho avuto un comportamento che mi ha indotto a spendere tutti i soldi che mi dava Bianchi di Castelbianco oltre a quello che guadagnavo con il mio stipendio”.
I magistrati di piazzale Clodio hanno chiuso le indagini: nei prossimi giorni è quindi attesa la richiesta di processo per Boda. Nel frattempo, l’ex dirigente del ministero dell’istruzione ha dichiarato di essere pronta a risarcire una parte di quello che avrebbe ricevuto in modo illecito.