Tra gennaio e luglio 2022 i costi delle bollette dell'azienda modenese che gestisce le vasche hanno doppiato quelli di tutto il 2021. I soci sperano di trovare un nuovo fornitore che offra condizioni migliori. Il presidente del Flaminio sporting club di Roma e vice presidente dell’Agisi: "In agosto abbiamo ricevuto una bolletta di 20mila euro e abbiamo ottenuto la rateizzazione, ma si può rateizzarne solo una all’anno"
“La situazione è insostenibile da tempo, ma le cifre raggiunte dal rincaro dell’energia sono arrivate negli ultimi mesi a essere insostenibili”. Dogali, gruppo modenese tra i più importanti gestori di piscine della città, ha annunciato la decisione di chiudere gli impianti a causa del caro energia. L’Associazione dei gestori di impianti sportivi e natatori chiede al governo di mettere a disposizione delle associazioni sportive risorse adeguate nel prossimo decreto aiuti. “Ora i prezzi sono raddoppiati ma ci dicono i fornitori che triplicheranno: per la gestione di un impianto sportivo questo porterà di fatto al collasso”, spiega Salvatore Carbonaro, presidente del Flaminio sporting club di Roma e vice presidente dell’Agisi.
Già da alcune settimane la Dogali era alla ricerca di nuovi gestori di luce e gas perché negli ultimi quattro mesi, rende noto il socio di maggioranza Uisp, le bollette hanno toccato la cifra di 129mila euro. L’ammontare complessivo dei costi dell’energia, tra gennaio e luglio 2022, è stato il doppio rispetto a quanto pagato in tutto il 2021. Le proiezioni mostrano un conto da 1 milione di euro. “Stiamo lavorando ventiquattro ore su ventiquattro per concludere al più presto l’accordo con un nuovo gestore dell’energia”, si legge nella nota. L’obiettivo è di trovare una soluzione entro inizio ottobre. Per il primo del mese dovrebbero riaprire le due vasche dove si tengono i corsi per i modenesi, quella dei corsi per l’infanzia e quella da venticinque metri per allenarsi.
Carbonaro dal canto suo spiega che “un impianto natatorio è come una nave nel senso che i motori non si spengono mai”. Ciò significa che anche quando le strutture sono chiuse al pubblico i motori continuano a essere in funzione. Per questo motivo anche diverse piscine in Francia sono state costrette a chiudere negli scorsi giorni. Il centro sportivo diretto da Carbonaro ha dovuto fronteggiare il raddoppio del costo delle bollette. Il mese di agosto è stato molto critico perché “abbiamo ricevuto una bolletta elettrica di 20mila euro e abbiamo ottenuto la rateizzazione, ma si può rateizzare solo una bolletta all’anno e quella di settembre dovremo pagarla per intero”.
L’energia sostenibile è una soluzione che funziona, ma in mesi d’emergenza come quelli appena passati e quelli che sono alle porte non è abbastanza: “Ora i prezzi sono raddoppiati ma ci dicono i fornitori che triplicheranno: per la gestione di un impianto sportivo questo porterà di fatto al collasso”, argomenta Carbonaro. In una simile situazione anche programmare il lavoro diventa complesso, motivo per cui l’Asd Flaminio non sta più offrendo ai clienti abbonamenti annuali, ma solo mensili o trimestrali. Impossibile fare previsioni più a lungo termine: “Non sappiamo se resisteremo oltre i tre mesi, se invece chiudessimo dovremmo poi restituire i soldi e questo sarebbe ancora più problematico”.