Il leader di France Insoumise nella capitale per incontrare l'ex sindaco di Napoli e sostenerlo in vista delle elezioni. I sondaggi lo danno all'1%? "Bisogna avere la pazienza di condurre una linea politica fino a ottenere la fiducia delle persone. Il voto utile è per Luigi". L'attacco ai 5 Stelle: "Sono un annesso di tutti i potenti del Paese"
“Sono a Roma per sostenere la candidatura dell’amico Luigi De Magistris, l’unico in grado di portare la rottura necessaria”. Jean-Luc Mélenchon spiega così la sua due giorni nella capitale italiana, in cui si è confrontato e ha portato il proprio sostegno elettorale al leader di Unione popolare. Arrivato a bordo di una 500 nella giornata di ieri, il numero uno della sinistra radicale francese – rivelazione alle ultime elezioni francesi – ha subito esplicitato la comunanza di idee con De Magistris. “L’Italia è fortunata ad avere Unione popolare, altrimenti non rimarrebbe nessuno a resistere qua. Non posso dire che il vostro programma è il migliore, perché è uguale al mio”.
La giornata di Mélenchon a Roma si è articolata in tre momenti: visita alla tomba di Antonio Gramsci nel quartiere Testaccio, discorso davanti alla folla nel quartiere Quadraro e poi è stato protagonista di una conferenza stampa in un hotel a Prati. Prima della visita al cimitero, il politico francese ha speso parole di apprezzamento per la cultura italiana spiegando di essere affascinato da Pasolini e di ritenere l’ex sindaco di Napoli “parte di quella fiamma umana che ci illumina”.
Nel corso della mattinata Mélenchon ha espresso molti giudizi sulla classe politica italiana. Con lui la sinistra radicale in Francia ha superato al primo turno delle scorse presidenziali il 20%, mentre Unione popolare di De Magistris gravita, secondo i sondaggi, intorno all’1%. Tuttavia, per il capo del movimento France Insoumise “bisogna avere la pazienza di condurre una linea politica fino a ottenere la fiducia delle persone. Il voto utile è quello per Luigi”.
Particolarmente dure sono state le parole rivolte al Movimento 5 Stelle: Mélenchon si è detto stupito del paragone con il partito di Giuseppe Conte, prendendone le distanze. “Riflettete e guardate quello che fanno. Non hanno una bussola e finiscono sempre nella stessa mangiatoia degli altri. Il Movimento 5 Stelle è un annesso di tutti i potenti del Paese“, ha attaccato. Anche nella giornata di ieri aveva riservato una stoccata al Movimento, sostenendo come non possa essere considerato un partito di sinistra: “Nel 2019 chiuse il porto di Napoli alle Ong”, parlando di un “riposizionamento elettorale” in corso.
Meno sorprendenti ma comunque sferzanti le parole riservate alla destra: “Ma cazzo, usate il cervello una volta. Non è sbarazzandovi di arabi e musulmani che migliorerete la vostra condizione”. Per Mélenchon, proprio la conflittualità presente nella società italiana sta alla base del declino della sinistra che “ha rinunciato ad esprimere le contraddizioni della società. Non vuole far arrabbiare nessuno”, mentre De Magistris “è l’unico che accetta questa conflittualità. Qui il Partito Democratico deve fare un dibattito con lui”.