Nella città olandese di Haarlem è stata approvata un’iniziativa che vieterà l’esposizione di cartelloni pubblicitari che invitano a consumare carne. Si tratta del primo provvedimento al mondo di questo genere. L’obiettivo è quello di smettere di promuovere il consumo di un prodotto che sta contribuendo alla crisi climatica.

A partire dal 2024 — data in cui scadranno i contratti esistenti ed entrerà in vigore il provvedimento — nel comune fuori Amsterdam non saranno più consentite pubblicità di questo tipo negli spazi pubblici come autobus o schermi pubblicitari. Il divieto coinvolgerà inoltre voli per le vacanze, combustibili fossili e automobili alimentate con combustibili fossili. A portare avanti la proposta è stata Ziggy Klazes, consigliera per GroenLinks — Sinistra Verde — che ha dichiarato: “Non possiamo dire alle persone che c’è una crisi climatica e incoraggiarle ad acquistare prodotti che fanno parte del problema“.

Il divieto si inserisce in un quadro più ampio di iniziative indirizzate a diminuire l’impatto dell’allevamento intensivo sulle emissioni del Paese. A dicembre dello scorso anno il governo olandese ha annunciato un piano di 25 miliardi di euro per ridurre di un terzo il numero di animali allevati nel territorio nazionale entro il 2035. Il piano prevede incentivi economici per gli allevatori che chiudono, spostano la propria attività o transitano verso sistemi di allevamento estensivo, allevando quindi meno animali su un’area di terreno più vasta. Anche in questo caso si tratta di un’iniziativa prima nel suo genere.

Queste azioni sono molto importanti perché sono segnali che finalmente arrivano dalle istituzioni. Attivisti, associazioni e scienziati continuano a chiedere a gran voce un maggior impegno da parte degli stati europei per mitigare gli effetti della crisi climatica. I ricercatori non hanno dubbi: ridurre drasticamente il consumo di carne è imperativo se vogliamo limitare l’aumento delle temperature terrestri entro i limiti previsti dagli Accordi di Parigi.

Ogni giorno di più vediamo quanto tragiche siano le conseguenze dell’attuale crisi climatica sul pianeta e, di fronte a scenari scioccanti, sostenere un cambiamento nell’alimentazione dei Paesi che storicamente hanno maggiormente contribuito all’emissione di gas serra è il minimo. Cambiare il nostro sistema alimentare verso uno vegetale è un’urgenza inderogabile e la scelta della città olandese è una strategia importante che dovrebbe essere estesa a livello europeo il prima possibile.

Non solo per l’ambiente e gli esseri umani, ma anche per milioni di animali che ogni anno vengono allevati e macellati in Europa. Esseri senzienti che non hanno deciso di finire nel nostro piatto. Di fronte a tutto questo, tra il 2016 e il 2020 la Commissione europea ha speso circa 467 milioni di euro per pubblicizzare carne, uova e latticini: più di metà dell’intero budget dedicato alla promozione di prodotti agricoli. Soltanto il 19% della spesa, vale a dire 146,4 milioni di euro, è stato impiegato per promuovere frutta e verdura. Quanto dovremo aspettare per vedere la promozione, sia sotto forma di pubblicità che di sussidi ingenti, di un’alimentazione più sostenibile?

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