L'associazione "Un Mondo di Mondi" ha protestato contro l'istituto comprensivo “Radice Alighieri”. La questione nasce dal contesto sociale: il quartiere Arghillà Nord della città ha una forte presenza rom, la cui integrazione è risultata spesso difficoltosa
“Basta con le classi differenziali con soli alunni rom”. Ad alzare la voce contro l’istituto comprensivo “Radice Alighieri” di Reggio Calabria è l’associazione “Un Mondo di Mondi” che in queste ore si è rivolto al dirigente della scuola, responsabile – a detta loro – di aver costituto anche quest’anno una sezione con soli alunni gitani. Un’accusa respinta dalla preside Simona Sapone che nella giornata di oggi 8 settembre con un comunicato stampa: “Va puntualizzato che sussiste una maggiore concentrazione di alunni rom nell’unica sezione della scuola sita nel quartiere di Arghillà ma va precisato che non sussiste alcuna classe differenziale. Le classi dell’istituto comprensivo vengono composte nel rispetto della normativa vigente, sulla base dei criteri deliberati dagli organi collegiali d’istituto, favorendo percorsi di piena partecipazione di integrazione scolastica e sociale nei confronti di tutti gli alunni”.
La questione nasce dal contesto sociale: il quartiere Arghillà Nord ha una forte presenza rom; da anni le famiglie di questa etnia vivono in una sorta di “ghetto” che impedisce loro una reale integrazione con la città. È in questo ambiente che si inserisce l’istituto “Radice Alighieri” che comprende undici sedi tra infanzia, primaria e secondaria. “Mentre in altri plessi del territorio della nostra scuola i bambini rom sono stati suddivisi in più sezioni, in quella specifica classe la maggior parte degli iscritti sono rom”, ha spiegato la preside alla Gazzetta del Sud.
Una ricostruzione che non è accettata da Giacomo Marino, il presidente dell’associazione “Un Mondo di Mondi” che contattato da Ilfattoquotidiano.it spiega: “Partiamo da un fatto. Nel quartiere ci sono circa 950 famiglie e quelle rom sono circa 150 perciò non sono la maggioranza. Siamo certi che c’era la possibilità di fare una classe in maniera diversa”. Non solo. Marino cita il verbale (pubblicato sulla pagina Facebook dell’associazione) dell’incontro del Tavolo locale del progetto Rom ove Sapone spiega che “le famiglie non rom non iscrivono i propri figli dove frequentano i rom” e sostiene “che sia inutile nascondersi dietro un dito”.
Una narrazione confermata al presidente dell’associazione anche da un colloquio con il vice preside dell’istituto: “Va detto con fermezza – dice Marino a Ilfattoquotidiano.it – che la scuola non può essere un luogo che vende prodotti che abbracciano le esigenze degli utenti ma un’agenzia educativa con il compito di lavorare anche con i genitori che manifestano atteggiamenti razzisti o poco inclusivi”. Osservazioni a sua volta respinte dalla preside che “evidenziata un’importante presenza di nuclei familiari rom che, per scelte di tipo pratico-logistico, hanno effettuato l’iscrizione dei propri figli in quel plesso specifico, unica Sezione di Scuola dell’Infanzia “in loco”.
La dirigenza scolastica rimane sulle proprie posizioni: “Da sempre l’obiettivo principale dell’Istituto è quello di rispondere ai bisogni specifici di ogni singolo alunno, eliminando ogni forma di discriminazione. Contestiamo in toto il contenuto strumentale dell’esposto a firma del presidente dell’ associazione “Un Mondo di Mondi” e si respingono con forza i gravi addebiti mossi all’istituto che, uno ad uno, vengono a cadere di fronte alla realtà dei fatti”.