“L’Ucraina non è un Paese povero, nel senso che ha delle risorse, ci dobbiamo chiedere come mai dall’Ucraina che di per sé sarebbe ricca vengono tante badanti e se parlate con loro sono laureate in ingegneria, in biologia. Non ce n’eravamo accorti prima che da una nazione ricca arrivano come migranti a mantenere i nostri figli, i nostri nonni, dei laureati e laureate?”. Così il sociologo Domenico De Masi, parlando del tema della migrazione sul palco della festa del Fatto Quotidiano durante la presentazione del documentario “Fuga ad Alcatraz – storia di un progetto di accoglienza”.
“Queste persone arrivate in Italia (per via della guerra ndr.) sono arrivate sulla scia di altre che son dovute venire già prima quando non c’era la guerra, per mangiare – ha spiegato ancora – E sarebbe da approfondire perché sono stati accolti con molta maggiore generosità i profughi che arrivano dall’Ucraina anziché quelli che arrivano con il barcone. Intanto perché non sono arrivati con il barcone, ma con gli aerei e con i treni, quindi li abbiamo visti più simili a noi, dei viaggiatori non emigranti. E perché questa volta a favore dell’Ucraina c’era anche la destra, quella destra che non vuole gli immigrati dall’altra parte del Mediterraneo, era d’accordo perché filoatlantica. Per cui c’è sicuramente la nostra generosità, ma perché non si è vista a Riace questa generosità?
“Allora qui siamo in presenza di un caso straordinario, splendido, ma la faccenda dell’arrivo così amato, quasi corteggiato, dall’Ucraina, ci deve far pensare. Significa che nel nostro immaginario collettivo c’è immigrato e immigrato”, ha concluso