Cinema

Venezia 79, un emozionato Luca Guadagnino e la dedica ai registi iraniani in carcere: “Viva la sovversione”

“Non sarei qui se non fosse per Alberto Barbera (direttore del festival, ndr) che protegge i cineasti e fece una follia invitandomi qui in questa sala con il mio primo film, The protagonists”

Magari un tantino inatteso ma assolutamente strameritato, il Leone d’Argento per la miglior regia a Luca Guadagnino per Bones and all – segnatevelo esce a fine novembre in sala – è il coronamento festivaliero che conta per una carriera originale e personalissima che attendeva solo questo premio. “Fare film è la mia vita. Fin da quando avevo otto anni e giravo filmini in Super8 facevo le cose in libertà e rischiando”, spiega un emozionato Guadagnino in doppiopetto blu sul palco delle premiazioni di Venezia 79. “Non sarei qui se non fosse per Alberto Barbera (direttore del festival, ndr) che protegge i cineasti e fece una follia invitandomi qui in questa sala con il mio primo film, The protagonists”. Il regista italiano ha poi voluto ricordare i registi iraniani incarcerati: “Il mio film è un matrimonio speciale tra Italia e Stati Uniti. Questo significa che il cinema non conosce confini. Per questo dedico il premio a Jafar Panahi, Mohammad Rasoulof e Mostafa Al-Ahamad arrestati dal governo iraniano per sovversione. Viva loro, viva la sovversione e viva il cinema”.