Sono già partite le prenotazioni in alcune regioni – Trentino, Lazio, Liguria, Toscana (da domani), per la somministrazione del vaccino bivalente anti Covid. Si tratta del composto per prevenire l’infezione da Sars Cov 2 che copre anche la variante Omicron ormai responsabile di tutti i contagi in Italia. Nei giorni scorsi è stato dato il via libera al richiamo per gli over 12. In seguito all’approvazione da parte dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), il ministero della Salute ha infatti indicato in una circolare che il vaccino bivalente a Rna messaggero (MRna) contro il ceppo originario del virus e contro la variante Omicron BA.1 è raccomandato “come dose di richiamo, nei soggetti di età superiore a 12 anni, che abbiano almeno completato un ciclo primario di vaccinazione anti SarsCoV-2/Covid-19.
La formulazione bivalente dei due vaccini Comirnaty (Pfizer, ndr) e Spikevax (Moderna, ndr), è raccomandata prioritariamente “a coloro che sono ancora in attesa di ricevere la seconda dose di richiamo”, compresi operatori sanitari, operatori e ospiti delle strutture residenziali per anziani e donne in gravidanza, e “a tutti i soggetti di età uguale o superiore a 12 anni ancora in attesa di ricevere la prima dose di richiamo, indipendentemente dal vaccino utilizzato per il completamento del ciclo primario, con le tempistiche già previste per la stessa”.
I nuovi vaccini anti-Omicron sono “una priorità per gli anziani in vista dell’inverno” per Marco Falcone, segretario della Società italiana dci malattie infettive e tropicali (Simit) e professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università di Pisa, in occasione del corso di formazione ‘Vaccination of the elderly in COVID-19 times’ che vede riunti a Venezia infettivologi italiani e stranieri. “Si tratta – spiega – di un vaccino bivalente, che riveste sia la funzione di booster per completare il ciclo vaccinale primario per chi non lo avesse ancora fatto, sia di offrire una maggiore protezione a chi abbia già ricevuto tre o quattro dosi. Non si tratta solo di una nuova dose che va a integrare le precedenti, ma di un vaccino nuovo, aggiornato, proprio come avviene annualmente per l’influenza. Con esso sarà possibile stimolare l’immunità contro le nuove varianti, soprattutto nei soggetti più a rischio. Per questo la nostra attenzione si rivolge soprattutto alla popolazione over 60, la più colpita da forme gravi della malattia Covid nelle varie ondate che si sono susseguite”.
Il Covid, rileva Falcone, “è destinato a restare, ma sempre più come influenza e non come malattia grave. Si partirà con la somministrazione, particolarmente raccomandata per over 60 e pazienti fragili; una campagna vaccinale di massa si valuterà in base all’epidemiologia, ma oggi le condizioni sono molto differenti dal passato, visto che il virus ormai è endemico, senza dimenticare che esistono anche diversi farmaci”.