Apparentemente è tutta una questione di manleve. L’oggetto del contendere nell’emendamento al Dl Aiuti bis che riguarda il Superbonus 110% si chiama responsabilità solidale e lega indissolubilmente chi compra e chi vende un credito fiscale che viene maturato in seguito alle ristrutturazioni edilizie. Il Movimento 5 Stelle chiede che venga esclusa quella dei compratori, in tutti i casi per quanto riguarda il Superbonus, per gli altri bonus edilizi solo per i crediti generati dopo il Dl Antifrode.

L’obiettivo dichiarato è far ripartire il mercato dei crediti fiscali e, quindi, ridare slancio al Superbonus. La posizione del governo è tuttavia che i rischi di un’esenzione del compratore da ogni responsabilità in caso di compravendita di credito falso non vadano sottovalutati, perché poi a rimanere con il cerino in mano sarebbe lo Stato. Il dubbio è infatti che con un’esenzione delle responsabilità, si finisca con l’escludere di fatto anche i casi di colpa e dolo.

Cioè i casi in cui, in un regime normale, la compravendita sarebbe un reato. E così dal lato governativo prevale la linea che anche chi compra debba essere responsabile della qualità del credito e sia incentivato a fare tutte le verifiche del caso sul compratore e sulla genesi dei crediti, prima di perfezionare l’acquisto. Ne è nata la controproposta di introdurre il concetto di “necessaria diligenza“, che nel caso di crediti acquistati dagli intermediari finanziari, sarebbe automaticamente dimostrata se prima di aver comprato il credito non si è mai avuto alcun ruolo nella sua genesi o nelle precedenti compravendite. I ministeri competenti, poi, si sarebbero impegnati a individuare per decreto delle ipotesi di esclusione della responsabilità in solido solo per le compravendite tra banche e soggetti diversi dai cosiddetti consumatori. Ma la proposta non è passata e si attende una nuova idea mediatrice che metta pace tra le parti in vista della convocazione delle commissioni Bilancio e Finaze del Senato per martedì 13.

Gli istituti di credito, dal canto loro, mettono le mani avanti: l’impatto della responsabilità solidale su di loro è minimo, dicono. Non è quello che blocca il mercato, aggiungono. Sarebbe più utile, precisano, che si potessero usare i crediti fiscali generati da bonus edilizi per compensare le tasse da pagare. Cioè crediti d’imposta in cambio delle imposte a saldo degli F24. Ma c’è anche chi chiede che vengano impacchettati in prodotti finanziari e rivenduti sul mercato del risparmio gestito. E qui si ritorna alla spinosa questione del debito pubblico. Altro che mediazione.

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