CONDANNATI
Antonio Angelucci – Camera Capolista Lazio 1 e Lazio 2
E’ il “re delle cliniche romane”, editore dei quotidiani Libero e Il Tempo. Nel 2017 è stato condannato in primo grado a un anno e 4 mesi per truffa e falso per i contributi pubblici ai suoi giornali. E’ anche imputato per istigazione alla corruzione. I pm per lui hanno chiesto il processo perché, secondo l’inchiesta, il 19 dicembre 2017, a margine di un incontro in Prefettura, Angelucci ha promesso 250mila euro ad Alessio D’Amato, attuale assessore alla sanità della Regione Lazio, in cambio del suo impegno per il riconoscimento di crediti che una delle cliniche di famiglia, il San Raffaele Velletri, sosteneva di vantare verso la Regione Lazio.
Jari Colla – Plurinominale Camera Lombardia 2
Nel luglio del 2021 è stato condannato a 1 anno e 8 mesi in secondo grado nel processo sulle “spese pazze” della Regione Lombardia, la cosiddetta “Rimborsopoli Lombardia”, insieme ad altre 51 persone. Messo sotto inchiesta anche dalla Corte dei Conti, ha restituito alla Regione 37mila euro.
Umberto Bossi – Capolista plurinominale Camera Lombardia 2 – P01
E’ stato condannato con sentenza definitiva dalla Cassazione a 8 mesi di reclusione per violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti, per i 200 milioni della maxi-tangente Enimont. Al processo Cusani, durato sedici mesi e conclusosi il 27 ottobre del 1995, era emerso che anche la Lega aveva usufruito di finanziamenti illeciti. Per i fatti di via Bellerio del 18 settembre del 1996, quando i leghisti opposero resistenza agli agenti di polizia che cercavano documentazione nella sede della Lega su ordine della magistratura di Verona, Bossi è stato condannato a 4 mesi. La Cassazione, il 15 giugno del 2007, conferma invece la condanna per vilipendio alla bandiera. Nel gennaio 2019 la IV Corte d’appello di Milano ha disposto il non luogo a procedere per il Senatur e il figlio Renzo imputati per appropriazione indebita con l’ex tesoriere Francesco Belsito. E lo ha fatto in virtù della mancata querela nei loro confronti, che in base alla norma introdotta dal governo Gentiloni e voluta dal Pd, è necessaria per procedere per quel tipo di reato. Il Carroccio, guidato da Salvini, ha presentato la denuncia nei soli confronti dell’ex amministratore per cui i giudici hanno rideterminato la condanna a un anno e 8 mesi e 750 euro di multa pena sospesa. In primo grado Umberto Bossi era stato condannato a 2 anni e 3 mesi.
Fabrizio Cecchetti – Capolista plurinominale Camera Lombardia 1 – P02
Anche lui è stato condannato a 1 anno e 8 mesi in secondo grado nel processo sulle “spese pazze” della Regione Lombardia, la cosiddetta “Rimborsopoli Lombardia”.
Antonino Minardo – Camera uninominale Sicilia 2, capolista Sicilia 1 e Sicilia 2
Deputato di Forza Italia e poi del Nuovo centrodestra, nel dicembre 2019 passa alla Lega di Salvini. Condannato in via definitiva a 8 mesi per abuso d’ufficio per una consulenza affidata da presidente del Consorzio Autostrade Siciliane.
Giulio Centemero – Camera capolista Lombardia 3 – P01
Il tesoriere della Lega è stato condannato in primo grado a 8 mesi per il finanziamento illecito da Esselunga alla Lega arrivato tramite l’associazione “Più Voci” di cui era legale rappresentante. È anche a processo a Roma per un altro presunto finanziamento illecito dall’imprenditore romano Luca Parnasi.
Massimiliano Romeo – Senato uninominale Lombardia – U01
E’ stato condannato in appello a 1 anno e 8 mesi per peculato per le spese pazze in Regione Lombardia.
IMPUTATI E INDAGATI
Matteo Salvini – Senato capolista Calabria, Basilicata, Lombardia P02 e Puglia P01
E’ a processo a Palermo per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio nel caso Open Arms, per non avere fatto sbarcare 147 migranti nell’agosto del 2019 quando era ministro dell’Interno. Il reato di sequestro di persona, con minori coinvolti, è punito con una pena che arriva fino a 15 anni di carcere.
Antonio Angelucci – VEDI TRA I CONDANNATI
Riccardo Molinari – Camera Uninominale Piemonte 2 – U01, plurinominale Piemonte 2
Rinviato a giudizio per falso: “Fece eliminare un candidato da una lista già chiusa”. La prima udienza del processo è fissata al 24 novembre 2022.
Domenico Furgiuele – Camera uninominale Calabria – U01
La Dda di Reggio Calabria ha chiesto il rinvio a giudizio di 50 persone a conclusione dell’inchiesta “Waterfront” su presunti illeciti in una serie di gare d’appalto bandite da amministrazioni pubbliche del Reggino, ed in particolare della Piana di Gioia Tauro. Tra le persone per le quali è stato chiesto il processo c’è il deputato della Lega Domenico Furgiuele, accusato di turbativa d’asta in concorso in relazione ad una singola gara d’appalto.
Francesco Bruzzone – Camera capolista Liguria – P01
Senatore e già presidente del Consiglio regionale ligure. Condannato in primo grado a tre anni e otto mesi nel processo sulle “spese pazze” in Regione Liguria nel periodo 2008-2010. Appello in corso. Condannato dalla Corte Conti ligure a risarcire oltre 33mila euro.
Armando Siri – Plurinominale Camera Emilia-Romagna P01
E’ a processo per corruzione con l’accusa di essersi dato da fare, a colpi di provvedimenti ed emendamenti vari (in cambio della promessa di una mazzetta da 30mila euro), per favorire Paolo Arata, l’imprenditore in affari con il re dell’eolico Vito Nicastri. Inchiesta che gli è costata il posto da sottosegretario nel Governo Conte-1. È stato indagato anche per autoriciclaggio a Milano per l’acquisto di una palazzina grazie a un mutuo a prezzi di favore da parte della Banca di San Marino. A marzo 2022 Palazzo Madama ha negato l’autorizzazione a usare le intercettazioni che riguardano Siri nel processo per corruzione in corso a Roma. Ma ora deve decidere la Consulta. Nel 2014 ha patteggiato una pena per bancarotta fraudolenta. Tre anni e mezzo fa un giudice ha accolto l’accordo tra accusa e difesa per il fallimento della MediaItalia, società che avrebbe lasciato debiti per oltre 1 milione di euro.
Giulio Centemero – VEDI TRA I CONDANNATI
Giuliano Pazzaglini – Camera plurinominale Marche – P01
Senatore, ex sindaco di Visso (Macerata). E’ imputato per truffa, peculato e abuso d’ufficio in relazione all’utilizzo di donazioni ai terremotati nel 2017. E’ accusato dalla Procura di aver tratto un profitto di 50mila euro dalle donazioni per la sua comunità colpita dal sisma.
Davide Bordoni – Plurinominale Senato Lazio
Ex capogruppo di Forza Italia in Campidoglio (passato alla Lega a fine 2019) è stato rinviato a giudizio per finanziamento illecito ai partiti nel filone principale del processo sullo stadio della Roma, pendente in primo grado. È accusato di aver ricevuto un’ “imprecisata somma di denaro” dal costruttore Luca Parnasi.
Alessandro Benvenuto – Plurinominale Camera Piemonte 1 – P02
Deputato uscente e segretario torinese della Lega è stato rinviato a giudizio (insieme al capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e a Fabrizio Bruno) per aver violato l’articolo 90 del testo unico sulle elezioni amministrative: secondo la procura, hanno falsificato un atto destinato alle operazioni elettorali. In vista delle elezioni amministrative del 2020 a Moncalieri (Torino), la Lega ha cancellato dalla lista di candidati Stefano Zacà, un ex di Forza Italia, per non fare un torto agli alleati.
Vittorio Zizza – Plurinominale Camera Puglia – P04
Ex senatore, è imputato (assieme ad altri 31) nel procedimento scaturito dall’inchiesta Hydra sulla gestione dei rifiuti a Brindisi. Il suo capo di imputazione inizialmente contestato, ossia quello di corruzione, è già stato derubricato a finanziamento illecito. Secondo quanto dichiarato dai suoi legali a brindisireport.it, si va verso la prescrizione.
Anastasio Carrà – Plurinominale Camera Sicilia 2 – P02
Sindaco di Motta Sant’Anastasia (Catania), è imputato per delitto colposo contro la salute pubblica. Il Gup di Catania a maggio del 2021 lo ha rinviato a giudizio (insieme ad altre 4 persone) per reati ambientali nella gestione degli scarichi di acque reflue nel Comune.
Fabio Cantarella – Plurinominale Camera Sicilia 2 – P03
E’ imputato per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di istigazione razziale, etnica e religiosi. L’imputazione coatta era arrivata anche per il senatore Stefano Candiani. Quest’ultimo però ha ottenuto nel febbraio del 2022 l’immunità parlamentare mentre per l’ex assessore al Comune di Catania e vice segretario isolano, Fabio Cantarella, il processo prosegue. La prima udienza si svolgerà il 12 ottobre. Al centro del procedimento un video diretta su Facebook del 6 luglio 2018, girato insieme al senatore nel rione San Berillo di Catania
Mirco Carloni – Uninominale U04 Marche per la Camera
A processo in primo grado, insieme ad altri 54, imputato di peculato per i rimborsi in consiglio regionale tra il 2008 e il 2012.
Sabrina Bocchino – Plurinominale Senato Abruzzo
Consigliera regionale uscente, è indagata nell’inchiesta della Procura di Pescara sugli appalti della sanità e dei trasporti che ha portato all’arresto di Vincenzo Marinelli, imprenditore e presidente onorario del Pescara Calcio. Le accuse a vario titolo sono di corruzione e turbativa d’asta.
Vincenzo Pepe – Plurinominale Senato Campania
E’ indagato per evasione fiscale e truffa aggravata. Nel marzo 2020 la Procura di Vallo della Lucania (Salerno) eseguì un sequestro preventivo di circa un milione e 800mila euro nei confronti di cinque indagati tra cui Pepe, all’epoca presidente della Fondazione Gian Battista Vico di Vatolla e attualmente presidente del movimento ecologista FareAmbiente. Secondo l’accusa, la Fondazione di cui era presidente ottenne 300mila euro di contributi “per lo sviluppo di imprese innovative nel settore del turismo sostenibile” presentando fattore false. Contestata anche l’omissione di redditi per quattro milioni di euro e un’evasione di imposta da un milione e mezzo.
Donatella Merra – Plurinominale Camera Basilicata
Assessora regionale alle Infrastrutture, è indagata per peculato – insieme al governatore Vito Bardi e all’assessore alla Sanità Francesco Fanelli – nell’ambito di un’inchiesta, cominciata nel 2020, su presunti favori ricevuti per usufruire di tamponi all’inizio della pandemia.
Carmelo Pullara – Plurinominale Camera Sicilia 1 – P02
Deputato regionale in Sicilia è indagato per turbativa d’asta nell’inchiesta “Sorella Sanità”. Il riesame aveva disposto i domiciliari. Poi la Cassazione ha annullato l’ordinanza. In più nelle carte dell’inchiesta “Oro bianco” della Dda di Palermo, compare il suo nome. Secondo i magistrati, i componenti della cosca guidata da Rosario Pace avrebbero avuto nell’onorevole originario di Licata il cavallo su cui puntare in occasione delle Regionali 2017, che videro Pullara trionfare nel collegio di Agrigento con oltre 8mila preferenze. Il deputato non risulta indagato e per gli inquirenti non ha “avuto consapevolezza” di chi avesse di fronte.
Pasquale Cariello – Plurinominale Camera Basilicata
Capogruppo della Lega in Regione Basilicata. E’ indagato per abuso d’ufficio aggravato dall’aver agevolato un’organizzazione mafiosa. La vicenda risale al 2018 quando Cariello era consigliere comunale di Scanzano Jonico e riguarda un concerto neomelodico del cantante siciliano Daniele De Martino, durante il quale, sostiene la procura, si sarebbero elogiate le gesta di un clan mafioso radicato nella città. La stessa inchiesta ha portato allo scioglimento del consiglio comunale di Scanzano per infiltrazioni mafiose.
E’ stato anche condannato in via definitiva per “minaccia e lesioni personali (aggravate dall’uso di un bastone)”. I fatti contestati in questo caso risalivano al 2016 e si erano verificati lungo la strada Pisticci-San Basilio, dove Cariello aggredì per futili motivi un uomo che viaggiava a bordo di un’altra auto in compagnia della moglie.
HANNO PATTEGGIATO
Elena Maccanti – Camera Uninominale Piemonte 1- U03, Plurinominale Piemonte 1 e 2
Ha patteggiato una pena di un anno per il processo “Rimborsopoli” Piemonte.
Giovanni Battista Tombolato – Plurinominale Camera Emilia-Romagna – P01
Ha patteggiato 11 mesi per falso ideologico al termine di un’inchiesta su presunte firme false per la Lega per le Comunali del 2012 a Parma.
Edit – Riceviamo e pubblichiamo: “Le 100 firme in discussione non sono state imputate al sottoscritto ma ad un altro. A me sono state contestate poco più di 15 firme, tutte con il documento esatto e in regola, raccolte a un nostro gazebo. Le firme in questione erano ininfluenti su 580 presentate. Cordialmente, Giovanni Battista Tombolato”.
Armando Siri – VEDI TRA QUELLI A PROCESSO
Giovanna Quaglia – Senato plurinominale Piemonte
Ex consigliere ed ex assessore in Regione Piemonte, ha patteggiato un anno per peculato nel 2014 nell’inchiesta per le “spese pazze”.
Giovanni Battista Tombolato – Camera plurinominale Emilia-Romagna
Deputato di Fidenza (Parma), nell’inchiesta per le firme false alle comunali del 2012 ha patteggiato 11 mesi per falso in atto pubblico.