Venerdì scorso i ministri europei dell'energia hanno invocato misure urgenti per limitare la corsa delle quotazioni. La Norvegia, paese Nato ma non Ue che negli ultimi mesi ha fatto incassi d'oro grazie alla corsa dei prezzi del gas di cui è importante produttore, si è però detta "scettica" sulla possibilità di un tetto al prezzo
Altra giornata di calo per le quotazioni del gas sceso in mattinata fino a 188 euro megawattora, circa 20 euro in meno rispetto alla chiusura di venerdì scorso. Il prezzo è risalito nel corso della giornata fino a 193 euro per oi chiudere a 190 euro, con una flessione dell’ 8%. Rispetto ai picchi toccati in agosto la flessione è di circa il 60%. A spingere al ribasso le quotazioni sembrano essere per lo più le attese per il piano della Commissione Ue che potrebbe prevedere un limite ai prezzi pagati a qualsiasi fornitore e non soltanto alla Russia. Se riuscisse a muoversi compatta l’Ue spera di poter sfruttare il suo peso di principale acquirente sul mercato per imporre condizioni. Venerdì scorso i ministri europei dell’energia hanno invocato misure urgenti per limitare la corsa delle quotazioni (oggi quasi 10 volte più alte di un anno fa) e per assicurare liquidità agli operatori che acquistavano gas a basso prezzo dalla Russia e ora si vedono le forniture tagliate pur dovendo onorare i contratti con gli utenti ed essendo quindi costretti a reperire il gas sul mercato a prezzi elevati. Mosse concrete da parte di Bruxelles sono attese per questa settimana.
L’Europa si muove velocemente per l’introduzione del price cap sul gas: “già ieri c’è stata la chiamata per un primo gruppo di esperti, tra cui un italiano”, ha detto il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani intervistato da Radio 24. Cingolani ha spiegato che è stato dato il mandato “per settembre” a studiare il price cap e che “nell’arco di due settimane” ci saranno le prime indicazioni. “Per la decisione – ha spiegato – non serve l’unanimità, si va a maggioranza qualificata”. La Norvegia, paese Nato ma non Ue che negli ultimi mesi ha fatto incassi d’oro grazie alla corsa dei prezzi del gas di cui è importante produttore, si è però detta “scettica” sulla possibilità di un tetto al prezzo e sostiene che la misura non risolverebbe i problemi di approvvigionamento dell’Europa. È quanto ha sottolineato il premier norvegese Jonas Gahr Store in una nota diramata dopo un colloquio telefonico con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. “Fissare un tetto ai prezzi senza agire per la riduzione dei consumi rischia di indurre un incremento dell’utilizzo di gas”, nota Goldman Sachs in una nota attendendosi comunque un progressivo calo delle quotazioni con il procedere della diversificazione delle forniture per l’Europa.