Un finale criticato a Monza che lascia l’amaro in bocca e fortemente contestato dai tifosi Ferrari con sonori fischi dalle tribune a fine gara. La bandiera a scacchi cala quando le macchine seguivano la safety car e questo ha nascosto mediaticamente le criticità che la pista ci ha raccontato.
La Ferrari ha puntato tutto sulla pole position, scaricando aerodinamicamente la macchina ma pagando in questo modo un degrado delle gomme maggiore. Scelta però non errata: si è scelto di rischiare e di conquistare la partenza dalla prima posizione nella speranza che Verstappen potesse essere rallentato da qualche intoppo partendo dalla settima posizione, a causa della penalità per il cambio motore. L’olandese però, al contrario di quanto sperato, in poco meno di dieci giri era già a meno di due secondi dal monegasco della Rossa e lo avrebbe facilmente superato da lì a poco.
Il ritmo della Red Bull era chiaramente migliore e la gestione delle gomme ottimale. Ad evitare l’onta del sorpasso in pista la scelta, anche questa volta criticabile, di anticipare moltissimo la sosta di Leclerc – in quel momento leader della gara – quando era stata imposto il regime di virtual safety car durante il 13° giro.
Una sosta troppo anticipata che obbligava, di fatto, a un ulteriore pit stop. Perché inventarsi sempre scelte alternative e bizzarre? Certo, la sosta sotto regime di virtual safety car ha un vantaggio cronometrico ma bisogna anche considerare ciò che accade in pista e cosa comporta un pit, seppur vantaggioso, così anticipato. Una strategia avventurosa che infatti nessun’altro ha replicato in pista. Sarebbe stato più corretto coprire l’inseguitore magari rallentarlo e costringerlo a manovre di sorpasso. Così invece lo si è in un certo senso favorito.
Il finale sotto regime di safety car e le critiche piovute sulla Direzione gara poi, come detto, hanno coperto in parte tutto le criticità prestazionali della rossa, ma va ricordato che i commissari di gara hanno seguito il regolamento alla lettera a Monza, non come fecero invece ad Abu Dhabi lo scorso anno. E infatti proprio chi fu danneggiato ad Abu Dhabi, ovvero Lewis Hamilton, ha commentato così sarcasticamente dopo la gara: “Ci sono delle regole, hanno seguito le regole. Peccato finire un Gp sotto safety car ma hanno seguito le regole. Una sola volta in F1 hanno violato queste regole ed è andata com’è andata (Abu Dhabi 2021)”. Vogliamo dargli torto?
Poi se vogliamo dire che la gestione della safety car doveva essere migliore, sì, è vero, ci sono stati dei comportamenti forse che non hanno favorito la ripresa della gara, ma vogliamo forse dire che la vittoria della Red Bull di Verstappen non sia stata meritata? L’ordine di arrivo è veritiero; la Red Bull è più veloce della Ferrari. Certamente la Fia poteva far meglio ma il muretto Ferrari continua a far peggio.