Lavoro & Precari

Wartsila tira dritto, il piano di gestione dei 451 esuberi delude i sindacati che lo definiscono “irricevibile”

"È esattamente quello che ci aspettavamo: un piano di dismissione che non prendiamo neanche in considerazione", afferma Marco Relli della Fiom-Cgil. Si tratta di un piano "funzionale a gestire una chiusura", insiste Antonio Rodà della Uilm

Nessuna sospensione della procedura ma il gruppo sostiene di essere disponibile ad avviare un discorso per raggiungere un accordo sul piano di esuberi nei prossimi trenta giorni. Poi, ci sarà un anno di tempo per implementare il piano stesso. Al termine della scadenza dei trenta giorni, in assenza di una intesa potrebbero partire i licenziamenti di 451 dipendenti dello stabilimento vicino a Trieste. È questo il “piano di mitigazione” che la multinazionale finlandese Wärtsilä ha presentato oggi ai sindacati, ai ninisteri dello Sviluppo Economico e del Lavoro, all’Anpal, alla Regione Friuli Venezia Golia e a Confindustria Alto Adriatico. In pratica, nessun passo indietro rispetto alle deliberazioni iniziali, sebbene trapeli una qualche disponibilità all’utilizzo di cig e ricollocazioni.

Un piano che i sindacati bollano come “irricevibile”. ” È esattamente quello che ci aspettavamo: un piano di dismissione che non prendiamo neanche in considerazione”, afferma Marco Relli della Fiom-Cgil. Si tratta di un piano “funzionale a gestire una chiusura”, insiste Antonio Rodà della Uilm. “Hanno mandato un piano asettico, privo di contenuti e vago, che è quello che ci aspettavamo da un’azienda che non ha voluto sedersi a un tavolo seriamente e aprire un confronto”, aggiunge Alessandro Gavagnin della Fim-Cisl.

Il piano fa seguito all’annuncio di Wärtsilä del 14 luglio scorso di “ottimizzare ulteriormente la struttura produttiva di motori a livello europeo”. E quindi il trasferimento di gra parte della produzione in Finlandia. “Abbiamo preparato e presentato il piano di mitigazione, come previsto”, ha dichiarato Håkan Agnevall, amministratore delegato del gruppo. “Siamo disponibili ad avviare immediatamente una discussione, nell’ambito della procedura, con i sindacati e le istituzioni per trovare un accordo che supporti le persone impattate e le loro famiglie, salvaguardando al contempo il futuro a lungo termine delle attività di ricerca e sviluppo, vendita, project management, sourcing, assistenza e formazione. Tutte queste attività impiegano più di 500 persone a Trieste”. Il gruppo Wartsila ha chiuso il 2021 con ricavi per 4,7 miliardi di euro ed utili per 193 milioni di euro, 60 milioni in più del 2020. Conta 17mila addetti distribuiti in 68 paesi. Quotato alla borsa di Helsinki il gruppo capitalizza 4,5 miliardi di euro.