Il nuovo re di Gran Bretagna Carlo III non pagherà alcuna tassa sull’eredità che si appresta a ricevere dalla defunta regina Elisabetta II. Lo ricorda oggi il quotidiano britannico The Guardian spiegando che il privilegio risale ad una clausola concordata nel 1993 con l’allora primo ministro John Major, in cui qualsiasi eredità passata da “sovrano a sovrano” è esentata dal prelievo del 40% applicato abitualmente sui beni per un valore superiore a 325mila sterline. Il valore del patrimonio della corona è stimato in 15,2 miliardi di sterline (17,5 miliardi di euro). Un quarto dei profitti generati da questi beni viene attribuito alla famiglia reale. Del patrimonio fanno parte anche gli archivi reali e la collezione di dipinti, che sono detenuti dal monarca “per diritto della corona”. Questi beni non possono però essere venduti e pertanto, in base agli accordi, è “inappropriato che l’imposta sulle successioni sia pagata in relazione a tali beni”.
Carlo eredita però anche il ducato di Lancaster, proprietà privata che comprende terre e proprietà immobiliare. Anche in questo caso nessuna imposta al fine di preservare “un certo grado di indipendenza finanziaria dal governo”. L’esenzione è stata applicata anche nel 2002 alla morte della regina madre che ha lasciato alla figlia Elisabetta II una fortuna stimata di 70 milioni di sterline. L’esenzione riguarda solo i passaggi da sovrano a sovrano e non si applica in caso da eredità ricevute da altri membri della famiglia. Chi siede sul trono della Gran Bretagna non è neppure tenuto legalmente a pagare l’imposta sul reddito e l’imposta sulle plusvalenze . Tuttavia, dopo una serie di polemiche, nel 1992 la regina annunciò l’intenzione di pagare volontariamente l’imposta sul reddito e Carlo dichiarò, quando era principe di Galles, che avrebbe seguito la scelta della madre.