Le medie sono ingannevoli: conoscete il pollo di Trilussa? Mezzo pollo a testa in media, tutti mangiano… Peccato che il ricco magari ne abbia uno e il povero zero, di polli.

1,5° C di aumento sono in realtà una doppia media: spaziale (calcolata su tutta la superficie del pianeta) e temporale (calcolata su tutto l’anno solare). Circa il 66% della superficie del globo è ricoperta di oceani: l’acqua ha una grande capacità termica (si parla di clima temperato), la terraferma no. Per questo si parla di “clima continentale” (con grandi sbalzi di temperatura). Così nei continenti 1,5°C in media di aumento si traducono in 4/5°C in media di aumento. Ma 4/5°C di aumento medio sono una media annuale, abbassata dagli inverni. Cosa succede in estate? In estate quei 4/5°C annuali diventano 10/15°C di aumento medio, e arriviamo così da 30°C a 40/45°C (ondate di calore).

La dinamica del clima è però causata dalla differenza di temperatura tra masse d’aria calda dell’Equatore e massa di aria fredda dei Poli: se c’è una diminuzione della differenza di temperatura (gradiente termico) tra Equatore e zone artiche, come sta avvenendo (l’Artico si sta riscaldando quattro volte più velocemente del resto del mondo), la dinamica del clima rallenta. Si può avere quello che viene chiamato un “blocco meteorologico”, cioè le condizioni di clima tendono, oltre che ad estremizzarsi, a perdurare. Avremo così caldo estremo e siccità ma per 5/10/12 settimane e più. Poi l’atmosfera, carica di energia termica e vapor acqueo, scaricherà e avremo pioggia ininterrotta, diluvi per 5/10/12 settimane e più.

In un caso come nell’altro, cosa si potrebbe ottenere? La distruzione dei raccolti: il fenomeno potrebbe avvenire non in un paese qui o là, ma su scale continentali, con la distruzione della possibilità di produrre cibo a sufficienza tutto crollerà. Il collasso dell’economia, della società. Quindi un giorno andrete al supermercato e non ci potrà non essere più il cibo sugli scaffali. Fantascientifico?

Prima del Covid appariva fantascientifico il lockdown: non poter andar al ristorante, non poter ritrovarsi liberamente con amici e parenti. E poi, all’improvviso, nulla è stato più scontato… non è vero? Il Covid apparirà una bazzecola di fronte alla catastrofe climatica. Il blocco climatico che stiamo sperimentando adesso (in Italia si è perso un terzo dei raccolti ed enormi riserve d’acqua, quest’anno, ma anche in Iraq, Usa e Cina la situazione non è rosea…) non è poi niente rispetto a quello che si potrà presentare quando tra qualche anno arriverà “l’Evento Blu”.

I ghiacci dell’Artico arriveranno ad essere in estate completamente sciolti, tanto che le superpotenze già si disputano rotte e risorse artiche (folli!). La coltre bianca dei ghiacci ora rinvia nello spazio buona parte della radiazione solare ma, una volta sciolta, l’acqua di mare blu, colore scuro, assorbirà la radiazione solare, si scalderà e la differenza termica tra equatore e poli si assottiglierà ancora di più. Avremo così il blocco meteorologico al suo massimo apice.

Con il 60% in più di incendi e il crollo degli ecosistemi forestali (molti alberi stanno già morendo ad agosto) la capacità di assorbire CO2 della natura diventerà sempre minore e il sistema climatico potrà andare in runaway. Senza cibo i sistemi sociali non terranno più e niente sarà più come prima a livello storico. Rivolte, morti, crollo generale dell’economia e della civiltà su scala planetaria.

Ecco che diventano meno “strane” certe stime dell’Onu di mille(!!), milioni di profughi climatici per carestie e guerre per il 2050; del 50/60 per cento delle terre emerse rese inabitabili; della popolazione mondiale scesa a un miliardo di persone dagli otto attuali per fine secolo (come se, in prospettiva, di otto persone che si conoscono, si può esser sicuri che sette moriranno per cause climatiche…).

E noi, i nostri figli nel futuro? Naturalmente ci immaginiamo sempre tra i sopravvissuti… tanto c’è tempo (ma ce n’è di tempo?).

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