"Ritiene il Tribunale - si legge nel provvedimento - che le notevoli incongruenze e le contraddizioni evidenziate nell’analisi della versione della denunciante gettino pesanti ombre sulla sua attendibilità compromettendo notevolmente il requisito della gravità indiziaria"
“Non può acriticamente ritenersi che la posizione” della 29enne inglese che ha denunciato di essere stata abusata dal regista premio Oscar Paul Haggis “sia scevra da intenti speculativi“. Lo scrive il Tribunale del Riesame di Lecce motivando il rigetto dell’appello dei pm che insistevano per l’arresto di Haggis per presunte violenze sessuali commesse dal 12 al 15 giugno ad Ostuni. Il regista in quei giorni si trovava in Puglia per l’Allora Fest. La decisione del Riesame presieduto da Carlo Cazzella (relatore Annalisa de Benedictis) ha respinto di fatto l’appello del pm della procura di Brindisi. “Ritiene il Tribunale – si legge nel provvedimento – che le notevoli incongruenze e le contraddizioni evidenziate nell’analisi della versione della denunciante gettino pesanti ombre sulla sua attendibilità compromettendo notevolmente il requisito della gravità indiziaria”. Haggis ha trascorso ai domiciliari 16 giorni in seguito al fermo eseguito il 19 giugno dagli agenti della Mobile di Brindisi ed è stato rimesso in libertà dal gip del tribunale di Brindisi il 4 luglio, decisione che è stata impugnata dai pm. Ora i giudici del Riesame hanno respinto l’appello. L’attore ha sempre respinto le accuse sostenendo la consensualità del rapporto. Nel provvedimento si trovano conversazioni tra Haggis e la donna avvenute su Instagram. Secondo il Riesame tali scambi insieme a quelli avvenuti tra la denunciante e le sue amiche rivelano “con chiarezza un corteggiamento che la donna rivolge al regista al fine di incontrarlo e passare alcuni giorni in sua compagnia, probabilmente per instaurare una relazione personale, più che professionale, tanto che decide di condividere la medesima camera e, dunque, lo stesso letto”.