I fatti risalgono allo scorso maggio, quando Alessandro Maja - come lui stesso ha confessato - uccise la moglie e la figlia a martellate. Il nonno del ragazzo rende noto che il padre ha scritto diverse lettere dal carcere per conoscere le condizioni di salute del figlio
“Ha ripreso tutte le facoltà cognitive, mentre per il resto ci vorrà una lunga riabilitazione“. A parlare è Stefano Bettinelli l’avvocato di Nicolò Maja, il ragazzo di 23 anni unico sopravvissuto alla strage fatta dal padre Alessandro. Il geometra di 57 anni è accusato di aver ucciso sua moglie e sua figlia. I fatti risalgono alla notte tra il 3 e il 4 maggio scorso: l’uomo ha confessato gli omicidi, compiuti a colpi di martello, una settimana dopo, giustificandoli con “l’ossessione per i debiti“. L’accusa è di duplice omicidio e di tentato omicidio.
Maja, dopo oltre quattro mesi di ospedale, ha passato alcuni giorni a casa dei nonni e presto sarà dimesso definitivamente dalla struttura sanitaria: al momento è costretto su una sedia a rotelle. “Il cammino è ancora lungo, ma ha avuto una ripresa davvero strepitosa” ha spiegato il suo avvocato. Il ragazzo ha anche incontrato Enrico Puricelli, sindaco di Samarate in provincia di Varese, che ha espresso felicità per le vicine dimissione del giovane.
Le condizioni di salute di Maja erano migliorate per la prima volta a maggio, quando dopo un mese in coma è riuscito a muovere una mano e aprire gli occhi. Durante il periodo di degenza, rende noto il Corriere della Sera, il padre del ragazzo ha scritto dal carcere ai suoceri per conoscere le condizioni di salute del figlio. Il nonno ha spiegato al reo confesso “per filo e per segno quello che ha passato Nicolò. Ma a ogni lettera aggiungevo ‘P.s.: vorrei sapere da te se sei uomo’”.