Fino a 400 lavoratori in cassa integrazione all’Ast di Terni, acciaieria di proprietà di Arvedi. Il motivo? “Contrazione del mercato” con “conseguente calo delle commesse di lavoro”, che va avanti “ormai da qualche tempo” e riguarda soprattutto la “committenza abituale”. Così l’azienda ha spiegato ai sindacati e a Confindustria Umbria la necessità di “ridurre la propria attività produttiva” per un periodo presumibile di tre settimane. Le fermate impiantistiche riguarderanno anche l’area a caldo dello stabilimento, che lavorerà a regime con una sola linea di produzione.

In cassa integrazione finiranno sia gli operai che i quadri impiegati: “Nell’individuazione del personale da porre in sospensione, si atterrà a criteri oggettivi derivanti dalle professionalità dei lavoratori coniugate alla quantità ed alla qualità delle lavorazioni di volta in volta da eseguire”, ha sottolineato Arvedi che a Terni ha 2.278 dipendenti e ha specificato di aver “profuso sforzi” per “reperire nuove e alternative occasioni di lavoro” per bilanciare il calo delle committenze.

E il futuro? I sindacati si dicono preoccupati, perché l’azienda “ci ha informato che oggi – hanno detto le Rsu – non c’è una visione chiara rispetto ai volumi che saranno previsti nei prossimi mesi”, lasciando intendere che le condizioni del mercato sono “dovute al difficile e delicato contesto complessivo” che “si sta attraversando” e “ai negativi effetti che conseguenzialmente si manifestano sugli ordinativi e sulla contrazione produttiva”.

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