È il risultato di un monitoraggio diffuso da Greenpeace Italia e realizzato dall’Osservatorio di Pavia: analizzate le edizioni in prime time dei principali tg generalisti e dai talk show politici trasmessi da Rai, Mediaset e La7 fra il 21 agosto e il 4 settembre. Sui social media, sono stati invece monitorati i 14 account Facebook di altrettanti capi dei partiti
Sarà stata anche l’estate delle ondate di calore e della siccità, degli incendi e delle emergenze. Sarà stata anche l’estate del Po in secca, dei campi aridi, della tragedia della Marmolada. Eppure la crisi climatica resta la grande assente della campagna elettorale, quasi mai citata nei discorsi dei 14 leader impegnati in vista delle imminenti elezioni. Le dichiarazioni rilasciate dai politici ai telegiornali riguardo alla crisi climatica sono appena il 3,8% di quelle sull’ambiente e meno dello 0,5% sul totale delle dichiarazioni. Perché anche quando si parla di tematiche ambientali, il focus del discorso è quasi sempre spostato sulla questione energetica, sul ‘caro bollette’ e sugli aspetti burocratici (tempi di realizzazione e costi delle varie tipologie di impianti energetici). Quasi mai si parla della crisi climatica e dei suoi impatti sull’ambiente e sulle persone. È il risultato di un monitoraggio diffuso da Greenpeace Italia e realizzato dall’Osservatorio di Pavia, istituto di ricerca specializzato nell’analisi della comunicazione, per il quale sono state analizzate le edizioni in prime time dei principali tg generalisti e dai talk show politici trasmessi da Rai, Mediaset e La7 fra il 21 agosto e il 4 settembre. Sui social media, sono stati invece monitorati i 14 account Facebook di Silvio Berlusconi e Antonio Tajani di Forza Italia, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi e Sinistra), Emma Bonino e Benedetto della Vedova (Più Europa), Carlo Calenda e Matteo Rensi (Azione Italia Viva Calenda), Giuseppe Conte (Movimento 5 Stelle), Luigi Di Maio (Impegno civico), Enrico Letta e Roberto Speranza (Partito Democratico), Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) e Matteo Salvini (Lega per Salvini premier).
Il tema ambientale offuscato dalla questione energetica – Nei telegiornali del prime time l’ambiente è presente nell’11,9% delle dichiarazioni politiche, ma per il 92,3% il tema viene affrontato nel contesto delle politiche energetiche, in appena il 3,8% delle dichiarazioni si parla di crisi climatica, nell’1,9% dei casi di riduzione delle emissioni e in un altro 1,9% di tutela dell’ambiente. Solo il 10,2% dei post sui social riguardano le tematiche ambientali ma, anche su Facebook, per quasi l’81% delle dichiarazioni, il discorso è incentrato sulle politiche energetiche. Ai cambiamenti climatici viene dedicato solo il 2,1% dei post a tema ambientale, circa lo 0,2% di tutti quelli pubblicati dai leader. Persino nei talk show, dove le tematiche green si affrontano nell’80% delle puntate, nel 74,5% delle dichiarazioni si parla comunque di politiche economiche per affrontare la crisi energetica. Quella climatica, invece, è citata nel 7,8% dei discorsi a tema ambientale, pari al 6,2% sul totale delle dichiarazioni. “Quella che si sta per concludere è un’estate che sarà tristemente ricordata per la frequenza e la violenza degli eventi climatici estremi a cui abbiamo assistito o continueremo ad assistere in Italia” spiega Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, secondo cui “questa drammatica emergenza sembra non interessare affatto molti dei leader politici che si candidano a guidare il Paese”.
Di cosa parlano i leader – Alcuni pongono più frequentemente le questioni ambientali, come prevedibilmente avviene nel caso di Angelo Bonelli (Alleanza Verdi e Sinistra) e nella campagna elettorale di Enrico Letta (Partito democratico), che li introduce nella comunicazione auto-diretta su Facebook (con 16 post dedicati su 99) e, sia sui social sia nei talk show, non si limita ad affrontare il tema al traino dell’agenda sulla crisi energetica. Altri leader affrontano i temi ambientali con una frequenza minore (che cambia anche a seconda dei media), come Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi e Sinistra), Silvio Berlusconi (Forza Italia), Carlo Calenda (Azione Italia Viva Calenda) e Matteo Salvini (Lega per Salvini premier) e, soprattutto, spesso il discorso si declina quasi sempre sulla tematica delle politiche energetiche. Poi ci sono i leader che intervengono o citano temi ambientali in maniera più risibile, come Luigi Di Maio (Impegno civico), Roberto Speranza (Partito Democratico), Antonio Tajani (Forza Italia) ed Emma Bonino (Più Europa). Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), invece, nelle dichiarazioni prese in esame su Facebook non dedica la sua attenzione alle questioni green e, anche nel suo caso, quando le affronta nei talk show e nei telegiornali lo fa in relazione alle soluzioni possibili alla crisi energetica.
Rinnovabili al centro delle dichiarazioni – E, a proposito di soluzioni, temi quali i rigassificatori o il nucleare di nuova generazione continuano a essere oggetto di dibattito, “distraendo dagli interventi realmente efficaci contro la crisi climatica” aggiunge Greenpeace, secondo cui si tratta più che altro “di false soluzioni alla crisi”. Certo è che risultano essere argomenti divisivi per i leader di partito, tanto che i politici tendono in media a parlarne meno rispetto al tema degli investimenti e dell’accelerazione sulle rinnovabili che parrebbe accomunare la maggior parte dei partiti. “Sembrerebbe che, a parole, gran parte del panorama politico italiano abbia compreso quanto sia fondamentale per il nostro futuro puntare massicciamente su una rivoluzione energetica che metta al centro forme di energia pulite e rinnovabili, come l’eolico e il solare” commenta Onufrio. Non è detto, però – fa notare Greenpeace – che questo trend sia dovuto a una reale convinzione o a puro greenwashing elettorale.