La squadra di Pozzecco gioca un'altra partita di livello: resiste, si lancia verso la vittoria trascinata da una difesa monumentale ma nel finale punto a punto Fontecchio fallisce prima i liberi e poi il tiro sulla sirena della possibile qualificazione. Heurtel e Gobert mettono la firma sui 5 minuti extra, trascinando i vice campioni olimpici alla sfida di venerdì che vale l'accesso alla finale
A un tiro dal giocarsi una medaglia europea dopo 19 anni. L’Italia si ferma sul più bello, quando si inceppa Simone Fontecchio, l’uomo della provvidenza che contro la Francia, come in ogni partita di questo Eurobasket, l’ha trascinata oltre le previsioni. Che peccato. Ma la squadra di Gianmarco Pozzecco rientra da Berlino a testa altissima, dopo aver spaventato i vice-campioni olimpici arrivando a un passo dal bissare l’impresa degli ottavi contro la Serbia. Con una prestazione assai simile a quella di domenica: avvio difficile, resistenza di carattere, affondo violento. Questa volta lo 0/2 dalla lunetta di Fontecchio a 14 secondi dalla fine sul 77-75 e un suo errore al tiro sulla sirena, dopo la parità fissata da Heurtel, spediscono gli azzurri nella baraonda del supplementare. I 5 minuti di roulette premiano l’esperienza della Francia, che si impone 93-85, risultato che non descrive come l’Italia se la sia giocata anche nell’extratime. Sono lacrime e rimpianti dopo aver accarezzato la vittoria, ma anche l’orgoglio di aver dimostrato che Azzurra può guardare con fiducia all’orizzonte.
La garra di questo gruppo non passerà, anzi dopo un addio del genere potrebbe tendere alla moltiplicazione. La sofferenza e la resurrezione contro i francesi sono il manifesto di una squadra che si piega ma non si spezza. E sa sempre trovare una via per giocarsela contro chiunque. La prima metà della partita è racchiusa in un paio di dati: la percentuale da 3 della Francia, la capacità dell’Italia di provocare palle perse. Gli uomini di Vincent Collet vanno a prendere il tè con 9/16 dall’arco, precisione irreale impostata subito da Fournier in avvio (13-3 dopo 4′) mentre Andrew Albicy mette la museruola a Marco Spissu e l’Italia non carbura (1/6 al tiro in avvio). Gli azzurri rispondono con 11 palle perse provocate che garantiscono innanzitutto transizioni per dare segnali di vita sia alla fine del primo quarto con Gigi Datome (27-20) che nei secondi 5′ del secondo quarto (Polonara, 33-29 a 4 minuti dal riposo lungo). Ma soprattutto la possibilità di produrre un volume nettamente maggiori di attacchi – 36 fiondate a 27 dopo 20 minuti – che viste le basse percentuali degli uomini di Pozzecco (33%, con 5/18 da 3) sono il freno per evitare di deragliare riuscendo a tornare negli spogliatoi sul 38-31. Che fatica, ma quanta voglia di giocarsela nonostante, a ogni rientro azzurro, i francesi trovino sempre qualcuno – ora Timothe Luwawu-Cabarrot, ora Guerschon Yabusele – pronto a ricacciare l’Italia indietro.
Per quanto visto fino a quel momento, il terzo quarto è una sorta di rivoluzione copernicana. Dopo altri 5 minuti di resistenza, inizia lo show innescato da una schiacciata in contropiede di Melli (53-49). In 3 minuti Datome ricuce tutto con due triple, quindi Nico Mannion ruba palla ad Albicy per il primo vantaggio azzurro e combina altri 5 punti con Polonara: fanno 62-56 alla penultima sirena a conclusione di un parziale di 31-16 che lancia l’Italbasket verso un ultimo quarto dove servono concentrazione e maturità. Non mancheranno per 9 minuti e 46 secondi, nei quali Pippo Ricci firma anche il +8 mentre la Francia a cavallo dei due tempini resta a digiuno per 7 minuti. Poi è Heurtel (20 punti e 8 assist alla fine) a tenerla in vita. Spissu, autore di una partita superlativa, e Fontecchio firmano il 70-64 a 3 minuti e mezzo dalla fine, il 4° fallo di Melli complica i piani azzurri in difesa ed è ancora il play francese del Real Madrid, insieme al totem Gobert, a dare linfa. Quando Fontecchio sale a 21 punti con la tripla del 75-68 a -2’15” tutto sembra apparecchiato, invece non è ancora finita. La terna arbitrale ci mette del suo con un eccesso di simulazione fischiato a Spissu che va a terra dopo un blocco di Gobert: tecnico al numero 0 azzurro, Fournier è glaciale dalla lunetta e in penetrazione riporta i francesi a -2 quando mancano 80″.
A quel punto, è far west. Gli azzurri hanno la semifinale a un passo però, dopo una penetrazione di Spissu a 50 secondi dalla fine per il 77-73, non segnano più. A -19″ ecco la palla in mano per il colpo del ko. La Francia non è in bonus e un fallo di Gobert su Fontecchio vale altri 14″ con la palla in mano. Ne passano due e l’ala degli Utah Jazz viene ancora fermato irregolarmente. A quel punto si va in lunetta: è il primo match point. L’Italia è padrona del suo destino. L’ala azzurra dalla lunetta la manda due volte sul ferro e Heurtel fa 77 pari in penetrazione. Gli ultimi 5 secondi sono dell’Italia, altro match point: Melli costruisce un buon tiro ancora per Fontecchio. Anche questa volta il suo tiro finisce sul ferro. È supplementare. Resa? Macché, Spissu da 3 vale l’80-79, ma da quel momento in poi Heurtel e Gobert tengono sempre la Francia avanti con gli azzurri che sperano con i liberi. L’ultimo sussulto è nuovamente di Spissu (85-87) a 90 secondi dalla fine. Gobert commette fallo in attacco. Datome sbaglia la tripla del sorpasso. Il tap in del centro dei Minnesota Timberwolves nell’azione successiva vale due possessi di vantaggio a -50″: 89-85. Con Melli fuori per 5 falli e in debito di ossigeno, l’Italbasket molla gli ormeggi dopo aver visto la semifinale lì, a un centimetro. Solo applausi.