Un poderoso e commovente applauso ha accompagnato il feretro della regina nel lento tragitto fra Buckingham Palace e Westminster, nel centro di Londra. Sulla bara, coperta dal drappo dello stendardo reale, spicca la Corona Imperiale di Stato che Elisabetta indossò nel giorno dell’incoronazione solenne nel 1953, con accanto una corona di fiori scelti tra i suoi preferiti nei giardini del castello di Windsor e della residenza scozzese di Balmoral. Il feretro di Elisabetta II è rimasto questa mattina a Buckingham Palace, vegliato da figli e nipoti dopo l’arrivo ieri sera a Londra da Edimburgo: alle 15 locali, le 16 in Italia, è iniziata la processione che lo ha condotto verso Westminster Hall, dove – dopo un breve rito di suffragio officiato dall’arcivescovo anglicano di Canterbury, Justin Welby, e dal rettore dell’abbazia di Westminster – saranno aperte le porte per l’omaggio di popolo destinato a durare per 4 giorni: fino alla vigilia dei solenni funerali di Stato di lunedì 19.
La processione, accompagnata da militari in alta uniforme, è seguita da re Carlo III con gli altri reali di casa Windsor: in prima fila ci sono i fratelli, Edoardo e Anna (in alta uniforme) e Andrea, in abiti civili a causa della rinuncia ai titoli reali e militari. Seguono poi William e Harry, fianco a fianco proprio come durante i funerali della loro madre Diana ma mai così distanti: il primo, l’erede al trono, è infatti in divisa militare, mentre Harry, anche lui come Andrea indossa un abito formale. Tiene lo sguardo basso, lui che era il nipote prediletto di Elisabetta II: è solo nel suo dolore. La moglie Meghan, assieme a Kate e alla regina consorte Camilla, attende l’arrivo del corteo a Westminister. Alle loro spalle seguono poi gli alti ufficiali di tutte le armi e figure del personale di servizio di corte.
Il corto funebre, annunciato dalle note cadenzate della banda della Royal Guard, schierata compatta attorno al feretro con le giubbe rosse e i tradizionali colbacchi neri, si è incamminata lungo il Mall in un silenzio irreale e rispettoso, rotto -appunto – solo dagli applausi. Sullo sfondo si sentivano gli echi di rintocchi di campane, mentre i cannoni sono pronti a sparare le salve d’addio. Squarci di sole illuminano il cielo di Londra in un pomeriggio mite, dopo la serata piovosa che ieri aveva salutato il rientro delle spoglie mortali di Elisabetta II nella capitale britannica dalla Scozia.
Potrebbe però essere necessario fare fino a 30 ore di coda lungo il Tamigi per riuscire a entrare nella camera ardente della regina Elisabetta II nella Westminster Hall del Parlamento. A lanciare l’allarme sono le autorità britanniche, che mettono in guardia sul fatto che si formerà una delle code più lunghe che Londra abbia mai visto: inizia vicino Lambeth Bridge e potrebbe snodarsi per 16 chilometri, fino a Southwark Park, nella zona sudest della capitale. D’altra parte, c’è addirittura chi si è messo in coda già alle 11.30 locali di lunedì, ben tre giorni prima dell’apertura della camera ardente.
Intanto i dispositivi di sicurezza sono già in piedi, con transenne e schieramenti di polizia: i visitatori sono stati preavvertiti che dovranno avere pazienza e sottoporsi a controlli analoghi a quelli degli aeroporti, oltre a essere invitati a un contegno silenzioso di rispetto e non a filmare o fotografare con i telefonini nelle vicinanze del feretro. Alle persone in fila vengono dati dei braccialetti numerati in modo che possano andare a comprare cibo o andare in bagno senza perdere il posto. Quando arrivano all’altezza del Parlamento, le persone devono passare attraverso controlli di sicurezza in stile aeroporto. Gli articoli vietati includono liquidi, vernice spray, coltelli, fuochi d’artificio, fiori, candele, peluche e “messaggi pubblicitari o di marketing”.
Video/ The Royal Family