di Marco Marangio

Veloce e scandita a tempo di TikTok. Questa elezione 2022 un giorno verrà forse ricordata come, piaccia o non piaccia dal punto di vista comunicativo, essere stata la più breve e “balneare” della storia repubblicana, ma soprattutto per essere stata dominata dall’algoritmo di TikTok. Se la campagna elettorale del 2018 è stata probabilmente quella dominata dai social ormai “convenzionali” quali Facebook, Instagram e Twitter, quella odierna porta inevitabilmente con sé le novità comunicative e i leader politici non hanno fatto altro che adeguarsi.

Sono lontani i tempi del 2018. Quattro anni fa Matteo Renzi giganteggiava sul “suo” Twitter con ben più di tre milioni di follower; Matteo Salvini mostrava ai suoi due milioni di follower su Facebook come si mangia la Nutella; Luigi di Maio era ancora nel M5S e postava su Instagram lo slogan “Partecipa, scegli, cambia” ai suoi 185 mila follower.

E oggi? Oggi, in Italia, Twitter è un social ormai superfluo, mentre i social del gruppo Meta hanno raggiunto uno status quo ben definito. Pertanto se qualcosa di nuovo si muove all’orizzonte è solo grazie (o a causa) di TikTok. Se i nostri leader hanno deciso di conquistare questa nuova frontiera comunicativa un motivo c’è: i nuovi elettori. I giovanissimi che dovrebbero votare per la prima volta il 25 settembre sono quattro milioni circa. Il primo a capirlo è stato Matteo Salvini, che è su TikTok già da qualche anno e che oggi conta circa 551 mila follower. Quindi Berlusconi, Renzi e Calenda si sono iscritti su TikTok per seguire Salvini?

Poco probabile, poiché non avrebbero certamente atteso le elezioni per farlo. La risposta è nell’avvocato del popolo: Giuseppe Conte. L’ex premier in poco più di un mese ha già raggiunto 271 mila follower. Probabilmente il successo risiede nell’aver saputo ideare un format giusto. I contenuti con maggiori reaction e visualizzazioni, infatti, sono quelli nei quali “sbeffeggia” nel merito gli avversari. Un esempio? Il suo video nel quale risponde a Silvio Berlusconi ricordando al Cavaliere che è stato lui a portare a casa i soldi del Pnrr ha più di due milioni di visualizzazioni.

Di riflesso il lato “renzenda” non se la cava benissimo: Matteo Renzi rievoca lo “shish” con 25 mila follower mentre Carlo Calenda ricorda ai suoi 19 mila follower che non lo vedranno mai ballare su TikTok. E Luigi di Maio? L’ex pentastellato, ora folgorato da Mario Draghi, è inesistente anche sul social con poco più di mille follower. Se è vero, come è vero, quello che ci ha insegnato McLuhan, ossia che “il medium è il messaggio”, è altrettanto vero che il messaggio deve essere sempre formulato con contenuti appropriati al pubblico. La campagna elettorale non è ancora finita, ma l’algoritmo continuerà a segnare il tempo… Tik, Tok.

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