La Lega è citata nel report Usa “Covert Foreign Money” che, nel 2020, analizzò i tentativi di interferenza della Russia nei “processi democratici”. Un documento, come rivelato da Repubblica, che anticipa i temi al centro delle dichiarazioni fatte martedì scorso dell’alto funzionario americano dell’amministrazione Biden. Nel rapporto firmato dall’ex consigliere di Trump Josh Rudolph, si parla non solo del caso Metropol, ma anche di quando nel 2018 il Carroccio “tento di rimuovere il divieto di finanziamenti esteri ai partiti e candidati italiani” che i 5 stelle stavano per introdurre con la legge Spazzacorrotti.

“L’incontro a Mosca”, si legge in riferimento all’incontro a cui partecipò Gianluca Savoini a Mosca, “si è svolto il 18 ottobre 2018. All’epoca, l’unico limite ai finanziamenti esteri delle elezioni italiane era di 100mila euro. Tuttavia il partner della coalizione della Lega (M5s ndr) stava spingendo una nuova legge anticorruzione che vietava completamente il finanziamento estero di partiti e candidati italiani. Nelle settimane successive all’incontro di Mosca, nove deputati della Lega hanno proposto un emendamento che avrebbe rimosso il divieto. Il testo è stato infine ritirato e la legge anticorruzione contenente il divieto di finanziamento estero è stata approvata nel dicembre 2018″. E si conclude: “La Lega però è riuscita a indebolire le restrizioni nell’aprile 2019. In quell’occasione ha aggiunto una disposizione in un disegno di legge economico non correlato, che ha modificato la legge in modo da escludere ‘fondazioni, associazioni e comitati’ dal suo campo di applicazione”.

La ricostruzione di quanto avvenuto nel 2018, all’epoca del governo gialloverde, è stata confermata, sempre su Repubblica, dalla sottosegretaria alla Giustizia, Anna Macina, che all’epoca era capogruppo M5s alla commissione Affari costituzionali della Camera e che ha seguito Luigi Di Maio nel nuovo partito Impegno civico. “La richiesta era molto strana”, ha detto, “inserirla in un provvedimento che parlava di trasparenza dei finanziamenti dei partiti, dove ci si proponeva il massimo tracciamento, mi parve assurdo”. Macina ha detto di aver chiamato Luigi Di Maio stabilendo la linea: “Dovevamo essere irremovibili”. La sottosegretaria ha memoria di un incontro successivo con Igor Lezzi della Lega: “Provò a spiegarmi che se ci fosse stato un imprenditore residente all’estero che voleva sostenere la Lega, che male ci sarebbe stato? Risposi che in una democrazia erano inopportune ingerenze dall’estero, di qualsiasi tipo”. E l’emendamento “venne ritirato”.

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