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Elezioni politiche 2022

Ultimo aggiornamento: 8:36 del 15 Settembre 2022

Giovani al voto tra timori e speranze per il futuro: “Non basta un video su TikTok, servono proposte concrete su diritti e ambiente”

Giovani al voto tra timori e speranze per il futuro: "Non basta un video su TikTok, servono diritti e attenzione al clima"
di Simone Bauducco
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“Non basta fare video su Tik Tok, dovete farci delle proposte concrete perché ci sentiamo esclusi”. Lucio è uno studente torinese di 20 anni che per la prima volta andrà a votare. Non ha ancora deciso per chi ma è “molto contento di poterlo fare” spiega mentre scorre i video elettorali sui canali social dei leader politici. Negli ultimi giorni in tanti hanno iniziato a pubblicare contenuti dedicati ai più giovani che però sembrano osservarli con diffidenza.

“Non hanno nessun contenuto” osserva Riccardo, 24 anni, che non se ne è perso uno. Eppure i temi di cui discutere ci sarebbero. “Una giustizia climatica che non punti ad essere un neocolonialismo delle risorse – spiega Alice, 24 anni – e una giustizia sociale interna perché non si può continuare a vivere in un paese dove le differenze sociali sono sempre più ampie”.

Per agire in questa direzione non ci si può “accontentare dei bonus a pioggia che non sono misure eque perché per chi ne ha davvero bisogno non basta e non aiutano a creare indipendenza”. Ma la preoccupazione più grande riguarda il futuro. I due anni di pandemia hanno accresciuto le situazioni di disagio e per questo, come chiede Sofia, 20 anni, servirebbe un aiuto psicologico che vada al di fuori delle scuole: “Uno psicologo di base come esiste un medico di base”. L’ansia sul futuro non è legata soltanto alle prospettive lavorative ma anche a quelle ambientali. “L’ansia climatica è reale” avverte Riccardo che ha deciso di andare a vivere in una comunità torinese, Casa Acmos, dove i giovani provano a vivere collettivamente riducendo i consumi e gli sprechi.

L’impegno individuale non è sufficiente però per provare ad affrontare la crisi climatica. I giovani chiedono un cambio di passo da parte delle istituzioni locali e nazionali. “Il primo provvedimento che il nuovo governo dovrebbe prendere dovrebbe essere la riduzione delle emissioni e la chiusura delle centrali a carbone – conclude Riccardo – quello che è stato fatto fino ad oggi non è minimamente sufficiente per affrontare la crisi climatica. Occorre agire ora”.

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