Attualità

Harry e Meghan furibondi: Carlo III ha tolto ai loro figli il titolo di ‘Altezza Reale’. Ecco cosa comporta non averlo per Archie e Lilibet

Seguendo la regola tradizionale di quel titolo si sarebbero potute fregiare troppe persone. Carlo è intervenuto per evitare, chiamiamolo così, un eccessivo affollamento di Sue Altezze Reali. Ma il suo secondogenito non l'ha presa bene

di Simona Griggio

Si può diventare principi sapendo già di non poter essere mai chiamati, nella vita, Sua Altezza Reale? È il destino che tocca ad Archie e Lilibet, i figli di Harry e Meghan, che già da bambini “soffriranno” di questa privazione. Chi pensa si tratti solo di formule obsolete, di salamelecchi da fiaba, di reminiscenze storiche, sbaglia di grosso. Quel titolo, Sua Altezza Reale, porta con sé un bel po’ di privilegi e vedremo quali.

Però c’è un dettaglio che va anticipato: Harry e Meghan sono furiosi con re Carlo III, che ha preso questa decisione. E il gossip alimenta una voce: si tratta ancora una volta di uno sgarbo (ma tutto regale) nei confronti della coppia ribelle e di Meghan Markle in particolare. Insomma: il capitolo che segue la decisione di Carlo di bloccare l’arrivo della moglie di Harry al Catello di Balmoral per rendere omaggio a Elisabetta dopo la morte.

Qual è la situazione? La morte della longeva regina ha provocato una reazione a catena dinastica. Kate e William adesso sono duca e duchessa di Cornovaglia e Cambridge. Anche i figli dei Sussex (Harry ne è il Duca) hanno visto modificarsi il loro status. Sono nipoti del Re. Archie Mountbatten-Windsor diventa principe secondo una legge del 1917 del trisavolo Giorgio V, che fece ordine nello status dei nipoti del sovrano. La stessa cosa tocca a Lilibet Mountbatten-Windsor detta Lili: anche lei è, secondo la pomposa definizione della legge, “figlia di un figlio di un sovrano”. Ossia la nipote. Sempre secondo il dettato di Giorgio V, dovrebbero essere quindi Hrh, His (or Her) Royal Highness, Sua Altezza Reale. Non sarà così perché Carlo ha cambiato le cose.

La motivazione ufficiale? Snellire la corte. Seguendo la regola tradizionale di quel titolo si sarebbero potute fregiare troppe persone. Carlo è intervenuto per evitare, chiamiamolo così, un eccessivo affollamento di Sue Altezze Reali. Addentrarsi in questa mappa vuol dire affrontare un autentico ginepraio. Considerando, ad esempio, che proprio Elisabetta ha deciso di assegnare quel titolo anche agli altri due figli di William , Charlotte e Louis di Cambridge, che per la legge non ne avevano diritto.

Le gole profonde della Casa Reale raccontano di una lite violenta tra Harry e re Carlo, proprio per la decisione di escludere i figli dal titolo. Attraverso questo appellativo i principi possono infatti usufruire di fondi pubblici e possono godere della protezione della polizia, anche questa finanziata dalle tasse. È un tasto dolente e non da oggi. Harry ha intentato una causa contro il ministero dell’Interno inglese: secondo lui e la moglie la rimozione delle guardie del corpo finanziate dai contribuenti da quando si sono dimessi da reali è stata “ingiusta”, “illegale” mettendo a rischio la loro famiglia.

Figurarsi adesso che questa viene negata, per sempre, anche ai figli. Nella celebre intervista a Oprah Winfrey Meghan aveva adombrato che nei confronti della prole ci fosse un atteggiamento di prevenzione a corte “a causa della loro razza”. Il corollario delle accuse di razzismo che avevano fatto tremare la Corte.

Una fonte della Casa Reale ha però smentito ogni retropensiero. Ha spiegato così: “Carlo non ha mai nascosto il desiderio di avere una monarchia più snella, ha capito che gli inglesi non vogliono pagare per un’istituzione troppo numerosa. E poi il balcone di Buckingham Palace rischia di crollare perché sta diventando troppo affollato“.

Harry e Meghan furibondi: Carlo III ha tolto ai loro figli il titolo di ‘Altezza Reale’. Ecco cosa comporta non averlo per Archie e Lilibet
Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Precedente
Precedente

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione