Si tratta del secondo grado di gravità, che prevede "occasionale pericolo per la sicurezza delle persone con possibile perdita di vite umane per cause accidentali". Quelli più gravi, arancione e rosso, non sono stati attivati. Luca Mercalli: "In nove ore 400 mm d’acqua sono una quantità inaudita". Il Capo della Protezione civile Fabrizio Curcio: "Il tema dell’allertamento sarà da approfondire"
La pioggia registrata fra il pomeriggio e la sera di giovedì 15 settembre nelle Marche è risultata essere la più intensa degli ultimi 10 anni: lo ha detto il monitoraggio del Cnr-Irp. Gli allagamenti hanno raggiunto il primo piano delle case e le strade si sono trasformate in torrenti: il fiume Misa a Sanigallia ha esondato. Un’emergenza scoppiata in poche ore che provocato morti, feriti e dispersi. L’allerta, però, è rimasta gialla. Uno stato di allarme abbastanza basso che ha lasciato i sindaci senza strumenti di intervento. Lo ha fatto sapere per esempio Maurizio Greci, sindaco di Sassoferrato, a Radio Capital: “Non avevamo ricevuto nessuna avvertimento particolare, soltanto una allerta gialla della Protezione civile per vento e pioggia. Niente che potesse far presagire un disastro del genere. Tutto è accaduto nell’arco di un’ora”. E poi Carlo Manfredi, sindaco di Castellone di Suasa: “L’allerta meteo era gialla per le zone appenniniche e del Pesarese e del Fabrianese, una allerta nomale ma la portata non era assolutamente prevista. Il problema sono terra e fango venuti giù dall’Appennino”. L’Anci, che ha espresso solidarietà ai primi cittadini coinvolti, ha posto l’accento sulla condizione di chi “in pochi minuti ha perso tutto”. Pochi minuti che non hanno quasi precedenti: secondo la prima analisi fatta dal Il Meteo.it è caduta la pioggia di sei mesi in un pomeriggio. L’Anbi, l’associazione che riunisce i consorzi di bonifica, ha registrato che nel comune di Cantiano in sette ore sono caduti 420 millimetri di pioggia, la metà di tutto il 2021. La stessa Protezione civile ha ammesso, con le parole dell’assessore regionale Stefano Aguzzi, che l’alluvione non fosse prevista “a questi livelli. E l’esondazione del Misa, in particolare, è stata repentina e improvvisa. In alcune località, “non c’è stato tempo di intervenire”.
Ma era possibile giocare d’anticipo? Secondo quanto riferito dal meteorologo e climatologo Luca Mercalli, no: “I nubifragi ci sono sempre stati, ma adesso il riscaldamento globale li amplifica, diventano cioè più frequenti e più intensi. Aspettiamoci quindi altri eventi simili in futuro, perché il riscaldamento globale li renderà sempre più probabili. In nove ore 400 mm d’acqua sono una quantità inaudita, soprattutto per una zona d’Italia dove non c’era una particolare frequenza di questi fenomeni. La quantità di pioggia caduta metterebbe in crisi qualsiasi territorio. Quando arriva una situazione simile si può fare quindi una previsione con il radar meteorologico dell’ordine di mezz’ora, ma ormai è troppo tardi. Dobbiamo creare una cultura di autoprotezione dal rischio idrogeologico che in Italia ancora non c’è”.