Il 25 settembre si avvicina. Tanti talk show ma nessun confronto tra i leader, lo stop ai sondaggi e gli occhi puntati sui telegiornali. “Abbiamo l’Agcom che blocca i faccia a faccia televisivi e lascia la libertà ad alcuni media di schierarsi per una parte sola”, l’affondo di Enrico Letta nei giorni scorsi. Rimostranze che arrivano spesso anche da Carlo Calenda, leader della coalizione formata da Italia Viva e Azione, che si era schierato apertamente e duramente contro il confronto tv tra il segretario del Partito Democratico e Giorgia Meloni. Proprio il cosiddetto terzo polo, numeri alla mano, godrebbe di una esposizione sui media importante come dimostrano i dati resi noti dal quotidiano “Domani“.
Mentre l’Agcom proroga i tempi di riequilibrio al 17 settembre, i dati che vanno dal 4 al 10 settembre raccontano un’altra realtà. La coalizione di Renzi e Calenda, per i sondaggi quotata tra il 5% e il 7%, ottiene nelle edizioni di punta del Tg1, quella delle 13.30 e delle 20, uno spazio del 13,2%. Un tempo di notizia che tra fine agosto e inizio settembre aveva superato il 15% e che permette comunque di precedere la Lega di Matteo Salvini ferma al 12,8% e di stare appena dietro al Movimento 5 Stelle al 14,4%.
Considerando tutte le edizioni del Tg1, ricordando che il notiziario diretto da Monica Maggioni è il più visto del piccolo schermo, il dato è al 13,3%, non lontano dal partito guidato da Giuseppe Conte che è pur sempre la forza politica più rappresentata nell’attuale parlamento. Un calo importante per Azione e Italia Viva arriva considerando i programmi di approfondimento, da Unomattina a Porta a Porta, dove si attesta al 3,7%. Dato che sale subito all’8,7% se si considera l’informazione extra tg di Rai2.
“Domani” sottolinea lo spazio importante concesso al duplex Renzi-Calenda anche negli altri telegiornali Rai: 12,4% al Tg2 e si sale al 13% con il Tg3. In media con il 12,8% ha una visibilità superiore a quella della Lega, ferma all’11,9%, e uno spazio sei volte superiore a quello riservato all’alleanza Verdi-Sinistra Italiana al 2,1%, con immediata protesta di Bonelli e Fratoianni all’Agcom con richiesta d’intervento.
Una questione che non riguarda solo il servizio pubblico perché il cosiddetto terzo polo ottiene spazi importanti anche su La7, nelle edizioni di punta del telegiornale incassa l’11,3% e nei programmi approfondimento, da Omnibus a Otto e mezzo, raggiunge il 12,3% ben tre punti sopra il Movimento 5 Stelle. E sul fronte Mediaset? Al Tg5 di Mimun il tempo riservato a Renzi e Calenda raggiunge il 17,3%, con all’interno Tg4 e Studio Aperto la media scende l’11,7%, distante meno di un punto dalla Lega.
In sostanza da Cologno Monzese a Viale Mazzini passando per La7 gli spazi concessi sono superiori alle stime dei sondaggi. Il giornale diretto da Stefano Feltri si sofferma anche sulla visibilità, non certo a sorpresa, concessa a Forza Italia da Mediaset. Il partito di Silvio Berlusconi segna il 38,3% di spazio ottenuto a Studio Aperto, da fine agosto a inizio settembre aveva superato il 40%. La Lega si ferma al 19% con spazi particolarmente ridotto per Giorgia Meloni solo al 2,1%, proprio nel telegiornale condotto dal compagno Andrea Giambruno, in forza anche a Tgcom24.
La disparità è ancora più visibile nelle edizioni di punta del Tg4 dove Forza Italia con il 33,1% quadruplica gli alleati fermi intorno all’8%. Giorgia Meloni può consolarsi con i dati Rai, al Tg1 nelle edizioni di punta raggiunge uno spazio di notizia del 19,4% ma è dietro il Partito Democratico al 21,4%. Fratelli d’Italia può contare anche sul Tg2 diretto da Gennaro Sangiuliano con un importante 16,2% e sul 14% del Tg3. In media al 16.1%, quasi cinque punti sopra la Lega.