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Russia, la milizia Wagner sta reclutando combattenti per le unità d’assalto nelle carceri: “Chi non è d’accordo mandi i suoi figli”

In Russia è vietata la commutazione della pena in servizio mercenario, ma in un video diffuso sui social si vede il proprietario della società militare esortare i detenuti ad arruolarsi. Poi ammonisce: "Se arrivate in Ucraina e decidete che non fa per voi, vi aspetta un’esecuzione". L'intelligence britannica spiega anche che le accademie militari stanno accorciando i corsi di formazione

“Se prestate servizio sei mesi siete liberi”. Lo dice in un video Yevgeny Prigozhin, proprietario della società militare privata Wagner, a un gruppo di detenuti russi. La milizia sta portando avanti una campagna di reclutamento di carcerati per farli combattere in guerra contro l’Ucraina nelle unità d’assalto. È quanto emerge da un rapporto dell’intelligence del ministero della difesa britannico.

In Russia è vietata la commutazione della pena in servizio mercenario, ma nel video diffuso sui social e geolocalizzato dalla BBC in una colonia penale nel centro della Russia si vede Prigozhin esortare i carcerati: “Se fossi in prigione sognerei di unirmi al gruppo Wagner per pagare il mio debito con la patria”. L’invito è quello ad arruolarsi e combattere per qualche mese, in cambio la garanzia di non tornare più dietro le sbarre. Altrettanto chiare sono le regole di ingaggio: una volta arrivati in Ucraina, non sarà possibile sottrarsi ai combattimenti. “Se arrivate in Ucraina e decidete che non fa per voi, vi aspetta un’esecuzione”, taglia corto Prigozhin.

Nel frattempo, il ministero britannico spiega che le operazioni di reclutamento stanno coinvolgendo anche le accademie militari, dove “stanno accorciando i corsi di formazione e anticipando le date di laurea dei cadetti. Quasi certamente i cadetti potranno essere schierati a sostegno dell’operazione in Ucraina”.

In un post sui social Prigozhin si è poi rivolto ai russi che non vedono bene le operazioni di reclutamento nelle carceri: “Coloro che non vogliono inviare detenuti a combattere in Ucraina dovrebbero invece mandare i propri figli“.