Bella Ciao è una canzone che è diventata un totem politico, ma è una canzone che al tempo dei partigiani non esisteva nella forma che conosciamo oggi, quindi nemmeno i partigiani la cantavano, e pretendiamo che a cantarla sia Laura Pausini? Io per esempio non ho mai cantato Bella Ciao per una forma di pudore, per rispetto ai partigiani, ho fatto troppi apericena sulla spiaggia per potermelo permettere, non mi sentirei vero. Forse anche Laura Pausini ha bisogno di sentirsi vera, forse anche Laura ha espresso semplicemente una forma di pudore.

Il suo non è certo un rifiuto dei valori della Resistenza e Laura ha dovuto ribadire l’ovvio: che detesta ogni forma di dittatura e che ama la libertà. Ed è contemplata anche la libertà di non cantarla, magari in un contesto che non si addice ai valori di quella canzone. Sono totalmente con Laura Pausini e depreco tutta questa agitazione politica nei suoi confronti. Il vero invasor dei giorni nostri è il mischiare tutto con tutto, il non avere il rispetto del contesto, non ha senso cantare Bella Ciao dappertutto, come non avrebbe senso vestirsi da cavallerizza per andare a mangiarsi un Big Mac.

Mio zio Dario Farina ha composto la musica dei più grandi successi dei Ricchi e Poveri dagli anni Ottanta in poi, e io non mi aspetto che i Ricchi e Poveri cantino Bella Ciao, ma Sarà perché ti amo. Sarà perché ti amo va bene negli stadi (sarà perché tifiamo) o nei gay pride dove è diventata una sorta di inno (devo dirlo a mio zio!), ma il 25 aprile stonerebbe, la festa della Liberazione ha bisogno di altri testi, altre canzoni. Se Barbara D’Urso si rifiutasse di cantare Bella Ciao sarei felicissimo, a ognuno il suo. Non credo di avere mai visto Laura Pausini a un raduno di destra, mentre mi sembra di averci visto l’ex leader dei CCCP: Lindo Ferretti. “Come si cambia per non morire” cantava Fiorella Mannoia.

C’è un libro quasi illeggibile per me, sono le lettere dei partigiani condannati a morte, ho provato a leggere quel libro ma mi sono dovuto fermare, come quando durante un documentario naturalistico cambio subito canale quando il ghepardo sta per raggiungere la gazzella, certe immagini sono insopportabili. Siamo esseri umani fragili, con le nostre insicurezze e i nostri pudori, e la scelta di Laura Pausini di non cantare Bella Ciao è invece una forma di grande rispetto per quella canzone.

Umberto Eco ha scritto Fenomenologia di Mike Bongiorno, non è accaduto il contrario, Mike non ha scritto “fenomenologia di Umberto Eco”. Ognuno fa quello che può e quello che è, Laura è bravissima a cantare La solitudine ma sarebbe stata goffa e “stonata” a cantare Bella Ciao. Come darle torto? Perché accanirsi pretestuosamente contro questa sua scelta di libertà e di pudore? Tante polemiche inutili e senza senso. Tante chiacchiere a vuoto. Ci sono artisti dichiaratamente politici e altri artisti come la Pausini o Tiziano Ferro che hanno un altro campo da gioco: l’amore. Cantano della più grande schiavitù che ci sia: l’amore, appunto. Non sono allenati per cantare un inno alla lotta per la libertà. In questo mostrano sensibilità e intelligenza. Consapevolezza della propria natura e del proprio ruolo.

Certo anche io sogno un mondo in cui i poliziotti manganellino in modo artistico, quasi con passo di danza, tutti i manifestanti, sarebbe bellissima la manganellata artistica, ma un poliziotto fa il poliziotto e manganella come un poliziotto, senza andarci troppo per il sottile. Tanti anni fa decisi di trovarmi un lavoro (stavo male di testa), facevo bolle di accompagnamento merci per una azienda di trasporti, una sera un camionista ossigenato si avvicinò e mi disse “ma uno come te che cazzo ci fa qui?”. Già, mi licenziai il giorno dopo. Io sto bene sdraiato sul letto a sognare o al bar a bermi un gin tonic, per questo anche io non canterò mai Bella Ciao, ma lo farò con la libertà nel cuore. Al limite potrei cantare La solitudine, ma non conosco il testo, andrò a studiarlo su internet.

Grazie Laura, grazie per essere stata te stessa. Vi lascio con un mio video in cui ballo Kalimba de luna, non potrei mai ballare Il lago dei cigni, non sono mica Roberto Bolle.

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