La controffensiva ucraina nell’Est e nel Sud del Paese tocca il cuore delle autoproclamate amministrazioni filorusse. Lo fa, come visto fino ad ora, con i razzi lanciati sulle città occupate, ma anche con attentati bomba e agguati mirati contro i vertici politici delle istituzioni legate a Mosca. Così, in una sola giornata, militari e infiltrati di Kiev nei territori occupati hanno sferrato tre attacchi che hanno ucciso i rappresentanti di queste istituzioni. Missili Himars hanno colpito l’edificio dell’amministrazione militare filorussa di Kherson ferendo il capo del dipartimento del Lavoro e delle Politiche Sociali, Alla Barkhatnova, e uccidendo il suo autista. Un attentato dinamitardo ha invece distrutto l’ufficio del Procuratore Generale della Repubblica Popolare di Luhansk uccidendo il procuratore, Sergei Gorenko, e il viceprocuratore. Infine, il vice capo dell’amministrazione civile-militare di Berdyansk per gli alloggi e i servizi pubblici, Oleg Boiko, e sua moglie, Lyudmila Boiko, che dirigeva la commissione elettorale territoriale della città per la preparazione del referendum, sono stati uccisi vicino al loro garage. Agguati che hanno provocato la reazione del capo dell’autoproclamata Repubblica di Luhansk, Leonid Psechnik: gli attentati “provano che l’Ucraina, sotto la guida dell’attuale leadership, è uno Stato terrorista“. E sulla questione è intervenuto anche Vladimir Putin: Mosca ha dato finora una risposta contenuta ai “tentativi dell’Ucraina di danneggiare le infrastrutture russe, ma la risposta sarà più seria se essi continueranno”, ha detto.
Sul campo continua la pressione dei militari ucraini sulle postazioni russe nei territori occupati. L’esercito di Volodymyr Zelensky ha lanciato nove attacchi aerei e oltre 330 con razzi e artiglieria nelle ultime 24 ore, secondo quanto comunicato dal Comando Operativo Meridionale dell’esercito di Kiev. Il Comando spiega che sono stati colpiti “depositi di munizioni nel distretto di Beryslav, il ponte di Kakhovka, cinque attraversamenti di fiumi vicino a Darivka, Sadove e Nova Kakhovka“. Esplosioni anche nella città occupata di Kherson, nel Sud, dove missili Himars hanno colpito l’edificio dell’amministrazione militare filorussa ferendo il capo del dipartimento del Lavoro e delle Politiche Sociali, Alla Barkhatnova, e uccidendo il suo autista.
L’avanzata delle truppe ucraine è dovuta anche alle pesanti forniture di armi da parte dell’Occidente, in particolar modo dagli Stati Uniti che continuano a spingere le operazioni dei soldati ucraini. Anche nelle ultime ore Washington ha annunciato ulteriori 600 milioni di dollari di armi ai militari di Volodymyr Zelensky. Una comunicazione che ha fatto temere per una reazione da parte della Russia. L’agenzia russa Tass, citando il Dipartimento di Stato americano, aveva infatti diffuso la notizia che tra queste forniture si trovavano anche munizioni per sistemi di artiglieria a lungo raggio (Himars) e proiettili di artiglieria ad alta precisione, oltre a sistemi anti-drone e quattro radar anti-artiglieria, oltre a 36mila proiettili di artiglieria da 105 mm, mille proiettili di artiglieria da 155 mm a guida di precisione e armi leggere e munizioni. Una scelta che avrebbe significato il superamento di quella “linea rossa” tracciata, per ultima, dalla portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che aveva avvertito: “La fornitura di armi a lungo raggio segnerebbero il superamento di una linea rossa che coinvolgerebbe gli Stati Uniti direttamente nel conflitto”. Poche ore dopo la diffusione della notizia da parte della Tass, fonti dell’amministrazione americana hanno parlato alla Cnn precisando che nell’ultimo pacchetto di aiuti non ci sono i sistemi missilistici a lungo raggio: i sistemi Atacsm hanno una portata fino a 300 chilometri e Washington, spiegano le fonti, continua a ritenere che l’invio di questi sistemi comporterebbe il rischio di un’escalation perché potrebbero essere usati per sparare in territorio russo. Attualmente, la portata massima delle armi fornite dagli Stati Uniti all’Ucraina è di circa 78 chilometri, concludono.